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Catanzaro, fattore “Ceravolo” per svoltare. Occhio ai tre ex pronti a colpire

dallo scorso torneo solo la Cremonese ha vinto in casa quanto le Aquile (12 volte). Il tecnico col dubbio Petriccione. Iemmello, Brighenti e La Mantia pronti a colpire. Caserta ha scelte limitate in mezzo

Fattore “Ceravolo”. Fra le squadre attualmente in Serie B, solo la Cremonese ha ottenuto lo stesso numero di vittorie interne del Catanzaro fra questo e il campionato precedente. Dodici successi casalinghi playoff compresi in poco meno di un anno e mezzo, in un torneo equilibrato e mai scontato come quello cadetto, dipingono dunque un quadro di eccezionalità, soprattutto perché l’anno scorso i giallorossi erano matricole e ora non è che siano partiti per salire in A (come invece la Cremonese).
In pratica, il “Ceravolo” è il luogo in cui si è data e si può continuare a dare sostanza al proprio percorso, come del resto ha dimostrato anche Fabio Caserta prendendosi proprio in casa gli unici due pienoni stagionali (con tre pari e una sconfitta). In un campionato che non ha fortezze inespugnabili, lo stadio sui Tre colli è un fortino difeso meglio di altri.
Ed è puntando su questo fattore che domani, contro il Frosinone, il tecnico di Melito Porto Salvo proverà a dare una nuova sterzata: gioco e risultati stanno progressivamente facendo risalire la china, un altro sorriso garantirebbe una visione decisamente più rassicurante a tutto l’insieme.
Tra l’altro, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, le Aquile hanno perso soltanto una partita delle otto affrontate contro avversari scesi dalla massima serie, quella per 3-1 con la Sampdoria dello scorso maggio: si trattava di una gara dagli scarsi significati (visto il quinto posto in ottica playoff già sicuro) e in campo c’erano pertanto diverse seconde linee. Insomma, non faceva testo.
L’incrocio con il Frosinone poteva essere lo scontro con il passato più recente e ingombrante, però l’esonero di Vivarini l’ha evitato e nei ciociari gli ex sono Monterisi e Ambrosino. Fra i giallorossi ci sono Iemmello, La Mantia e Brighenti, il cui passato da quelle parti presenta gradazioni differenti per ognuno di loro.
Il capitano è passato proprio dal Frosinone, da separato in casa, a Catanzaro: cercava il rilancio che ha centrato alla grande, con prepotenza, e chissà che non si voglia tornare uno sfizio contro la sua vecchia società. Il difensore è stato bandiera e capitano dei laziali: sei stagioni, la promozione in A del 2018, quasi 150 partite sono una testimonianza indelebile nella storia di un club che ha toccato i punti più alti con Brighenti sul campo. Quanto al centravanti, è cresciuto nelle giovanili dei ciociari che però gli hanno fatto assaggiare pochissimo la prima squadra, La Mantia si è tolto lo sfizio di punirli cinque volte in carriera, sono la sua seconda vittima preferita dopo il Cosenza. Ci riproverà, dall’inizio o nel secondo tempo è ancora da vedere, ma ci riproverà.
I dubbi in attacco non sono gli unici per Caserta, che se in quel reparto ha l’imbarazzo della scelta contando anche Biasci, Pittarello e Buso, a centrocampo ha meno alternative: Pompetti è squalificato, Petriccione resta in dubbio e si saprà se verrà convocato solo dopo il test nella rifinitura di oggi pomeriggio a San Floro, Coulibaly zoppicava dopo la gara di Pisa: in preallarme Pagano, mentre sembravano sicuri del posto sia Koutsoupias che Pontisso. Non ci sarà sicuramente Situm, che ha una lieve lesione muscolare: lo staff spera possa recuperare per la trasferta di Reggio Emilia del turno seguente.

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