Occhi ben aperti, oggi più che mai. Il Catanzaro riceve l’ultima in classifica, ma il Frosinone retrocesso dalla A è un fanalino di coda fasullo perché ha teoricamente tutto per puntare ad altri obiettivi. Quelli cui guardano le Aquile: una vittoria questo pomeriggio peserebbe più di tre punti. Poteva essere il giorno del gran ritorno al “Ceravolo” di Vivarini, ma i problemi in serie dei ciociari e una crisi di rigetto verso l’allenatore hanno indotto al ribaltone non più tardi di due settimane fa, con la panchina affidata a Greco. Ulteriore motivo di attenzione: i cambi portano scosse e i due pareggi ottenuti col nuovo allenatore (Pisa in casa, Sudtirol fuori) non erano scontati. È logico che Fabio Caserta non si fidi: «Cosa serve per batterli? Un atteggiamento propositivo e positivo, dobbiamo essere pronti nei momenti di difficoltà, giocare quando si può e dare battaglia al momento di farlo, consapevoli che è la terza gara in una settimana per noi come per loro, quindi è necessario anche essere molto bravi a gestire le energie fisiche e mentali senza pensare che sia facile. Non lo è». Forfait L’assenza di Situm limita le scelte sulle corsie visto che D’Alessandro tre partite su tre da titolare forse non le regge (dopotutto ha 33 anni), quindi è più probabile rivedere Cassandro sulla destra (Turicchia è più terzino) e Compagnon adattato sulla sinistra (Ceresoli è più difensivo e si perderebbe spinta) anche se in quel ruolo sarebbe possibile anche Buso. Pure in mezzo non c’è abbondanza: Petriccione è convocato, ma la tendinopatia l’ha frenato parecchio fino a ieri, dunque da vertice basso può essere il turno diPontisso con Koutsoupias e Coulibaly mezzali. Il senegalese non se la passa granché per un pestone beccato a Pisa, se non ce la fa tocca a Pagano. In attacco e difesa Caserta respira: accanto a Iemmello La Mantia può spuntarla su Biasci, a protezione di Pigliacelli è complicato pensare a una linea diversa da Brighenti, Scognamillo e Bonini. Motivazioni. Ci sono e ci saranno sempre esclusioni eccellenti, ma c’è poco da fare. Per questo il coach ha sottolineato: «Per me non esiste la formazione iniziale, chi subentra è ugualmente importante. L’ossatura in una squadra serve, però tutti devono sentirsi titolari e chi non sta giocando in questo momento deve cercare di spingere e sfruttare le occasioni che gli verranno date. Biasci non è l’alternativa di Iemmello, hanno sempre giocato insieme, ma ho più opzioni e scelgo in base alle condizioni fisiche e all’avversario. Antonini per me è titolare, ma in questo momento gli altri tre stanno facendo bene. Lui, comunque, è intelligente, molto positivo, sa quali sono i suoi punti deboli, le difficoltà nel breve che ha, e cerca di migliorarli». In questo discorso rientra pure uno come Seck, ultimamente subentrato come seconda punta, ma che «può fare anche il quinto, però deve migliorare nelle due fasi, quella difensiva non la fa benissimo visto che è un attaccante esterno», ha spiegato Caserta. Margini. Il Catanzaro solido e concreto può e deve crescere nella rifinitura: «Stiamo lavorando allenamento dopo allenamento perché arriviamo negli ultimi 25 metri anche con facilità, ma spesso sbagliamo la scelta e l’ultimo passaggio». Una questione di lucidità che è indispensabile migliorare, possibilmente a partire dalla sfida con il Frosinone che cerca lo scatto: «Col Sudtirol ha dimostrato di essere quadrato a prescindere dalla classifica, che conta ben poco in questo momento. A livello di organico è una squadra forte, quando cambi tanto come hanno fatto le difficoltà ci sono sempre, ma anche con Vivarini sono stati sfortunati in tanti episodi. Ci aspetterà una gara difficile, sono convinto che non saranno rinunciatari».