È stato individuato dall’arbitro e squalificato fino al 21 gennaio del 2025 il dirigente dell’Acireale che ha aggredito colpendolo con un calcio a un gamba il direttore sportivo della Vibonese Ettore Meli al termine dell’incandescente gara di recupero che i rossoblù hanno perso con il punteggio di tre reti a due. Il comunicato del giudice sportivo fa ovviamente il nome dell’aggressore immortalato e inchiodato alle sue responsabilità dalle immagini diffuse sui social dal club del presidente Caffo: si tratta di Alessio Sergio Zappalà, ufficialmente preparatore atletico dell’Acireale. C’è poi un’aggravante: il signore in questione è un carabiniere che nei panni di tesserato dalla squadra di casa si è reso protagonista del parapiglia finale, allontanato dal pronto intervento di alcuni giocatori della Vibonese che hanno fatto scudo intorno a Meli evitando che Zappalà si avvicinasse ulteriormente. Immagini che fanno discutere i tifosi: quelli acesi di dissociano da quanto accaduto mentre quelli rossoblù chiedono provvedimenti seri anche ad opera della Polizia ricordando che a Vibo per episodi meno gravi sono stati inflitti dei Daspo. La palla passa adesso alla Questura di Catania competente per territorio. Nell’occhio del ciclone pure il presidente dell’Acireale Di Mauro che in un secondo filmato spintona il terzino rossoblù Squillace a bordo campo dove non aveva diritto a stare perché non in distinta. Il giudice sportivo, in questo caso, ha provveduto a sanzionare la società siciliana con 500 euro di multa perché «una decina di persone non autorizzate e non presenti in distinta, hanno fatto indebito ingresso nell’area degli spogliatoi», secondo quanto messo nero su bianco dal commissario di campo. L’Acireale nello stigmatizzare quanto accaduto è riuscita nell’impresa di addossare le colpe al «comportamento scorretto di un solo tesserato della società calabrese».