Non vince, ma è duro a morire. Non riesce a svoltare, ma ha una corazza spessa, difficile da perforare, e un carattere grosso così. Ancora alla ricerca di una vittoria che dia consistenza alla striscia di cinque pareggi di fila, il Catanzaro si consola con la tenacia che gli ha quasi sempre permesso di evitare guai più seri. Non è bastata e non basterà per tirarsi fuori dalle secche di metà classifica, allontanandosi soprattutto dalla zona rossa (playout-retrocessione diretta) lì vicina, ma in attesa di tempi e risultati migliori, non perdere può aiutare a valutare alcune cose (non tutte) da una prospettiva positiva.
Saper reagire è sicuramente una di queste, visto che è dall’inizio della stagione che i giallorossi rispondono alle sberle ricevute. Il 3-3 in casa della Sampdoria, con uno svantaggio riacciuffato due volte prima di mettere la testa sopra, è solo l’ultimo esempio di una serie avviata quest’estate.
La prima occasione in cui le Aquile hanno dimostrato di possedere questa qualità è stata nei trentaduesimi di Coppa Italia a Empoli. È vero, il 4-1 finale non ha lasciato appelli, ma contro un avversario di categoria superiore, per ora decimo in Serie A (dov’è la grande sorpresa del primo terzo del torneo), era da mettere in conto anche per come ci arrivava il Catanzaro, che aveva cominciato la preparazione in ritardo e dal mercato doveva ancora ricevere un bel po’ di elementi. Eppure, nonostante una rosa in quel momento troppo corta, fra infortuni e squalifiche, e tutte le altre differenze, il primo tempo chiuso sull’1-1 dopo un gol flash dei padroni di casa, era indicativo.
Questa attitudine è stata subito evidente anche in campionato, quando all’esordio si è presentato al “Ceravolo” il Sassuolo, cioè la squadra più accreditata per tornare in Serie A. Al gol di Mulattieri ha replicato Pontisso. Si può obiettare che Laurientè ha sbagliato il rigore all’ultimo minuto di recupero, che non era ancora il Sassuolo di questo periodo e che Berardi dovesse ancora rientrare, ma nessuno potrà dire che quel pari in rimonta non sia stato meritato.
Derubricato a incidente di percorso il ko di Cesena, dove Iemmello e soci sembravano svuotati, l’altro incontro negativo è stato con la Cremonese in casa, con i lombardi acciuffati da Compagnon, ma cinici e bravi al momento più opportuno, due minuti prima del 90’, a riportarsi definitivamente avanti. Da lì, nessuno è più riuscito a stendere completamente le Aquile.
Il Modena sembrava potesse riuscirci ed è stata agguantata da La Mantia a un minuto dal termine; il Bari l’ha ripreso Iemmello, che al “San Nicola” ha aperto il filotto di otto gol nelle ultime sette uscite; quindi la Reggiana avanti di due è ritornata alla stessa altezza grazie ai colpi di Pompetti e Iemmello; il Mantova è andato in fuga due volte e due volte è stato fermato dal capitano e da Buso; la Samp è volata sull’1-0 e sul 2-1 prima di essere costretta a rimontare il 2-3 del triplettista Iemmello.
In campionato, esclusi i recuperi, il Catanzaro è stato in svantaggio per 290 minuti su 1.350: è un bel po’ di tempo, poco meno di un quinto del totale, ma se quasi sempre la squadra di Caserta è riuscita a trovare il modo di annullare quegli svantaggi significa che non è priva di risorse, tecniche e caratteriali. Ora, però, vanno fatte fruttare ricominciando a vincere a partire dalla gara di domenica con il Brescia al “Ceravolo”. La preparazione della sfida comincia questo pomeriggio a San Floro: in gruppo potrebbe rientrare anche il difensore Antonini. Dovrebbe essere l’ultima settimana sul campo alternativo. Dalla prossima, le Aquile si alleneranno di nuovo a Giovino, dove stanno per essere ultimati i lavori di trasemina sul terreno di gioco.
Catanzaro, il carattere è punto forte. Lo dimostrano le rimonte ripetute
Oggi al via la preparazione in vista del Brescia. Antonini può rientrare
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