L’ultima casalinga del girone d’andata è anche il test più complicato dall’inizio della stagione al “Ceravolo”. Non in termini assoluti perché il Sassuolo è una spanna sopra tutti, ma era arrivato sui Tre colli alla prima giornata e ancora doveva ingranare, quindi finora il Catanzaro in versione interna non ha mai affrontato una squadra tanto forte quanto lo Spezia. Ben allenata, corazzata, cinica, compatta: sotto ogni aspetto la si guardi, la formazione di D’Angelo rispetta i canoni richiesti per puntare all’obiettivo che in Liguria non nascondono più, la promozione in Serie A. Ha la migliore difesa (appena dieci gol subiti) e il terzo attacco (27) del campionato, è una macchina praticamente perfetta sui calci piazzati e ha perso una volta sola, è terza in classifica con undici punti in più dei giallorossi. Letti così questi numeri, sabato pomeriggio (ore 17.15) non ci sarebbe partita, però la realtà è diversa e il Catanzaro può tranquillamente guardare negli occhi il suo prossimo avversario. Intanto il blitz di Palermo e il successo precedente contro il Brescia hanno levato ruggine dalle spalle: la striscia di cinque pareggi di fila è passata in cavalleria e ora si vede da un’altra prospettiva, la consapevolezza tecnica e tattica è aumentata, la fiducia e l’entusiasmo (della stessa squadra e dei tifosi) pure. Nel calcio non esiste la proprietà transitiva, quindi non è che lo Spezia dominato dal Palermo poco più di due settimane verrà inghiottito in un sol boccone, tuttavia la sconfitta in Sicilia ha dimostrato che pure i liguri sono battibili. Meno distanti. A differenza di Caserta, D’Angelo sta lavorando con buona parte del suo gruppo dall’anno scorso, quindi ci sta che sia partito benissimo e continui a viaggiare veloce. L’allenatore del Catanzaro ne ha dovuto affrontare di ogni tipo, ma dalla seconda sosta a metà ottobre ha progressivamente trovato la quadra e nelle ultime cinque gare ha avuto in sostanza lo stesso rendimento dei bianconeri: dieci punti loro, nove per il Catanzaro, che nel periodo ha segnato l’uguale numero di gol (11), anche se ne ha subiti un bel po’ di più (nove contro due). Il bilanciamento fra produzione offensiva e tenuta difensiva è un tema sottolineato dallo stesso Caserta nelle scorse settimane, ma rispetto alla sterilità di inizio torneo forse è più soddisfatto da questa regolarità sotto porta. Allargando lo sguardo alle ultime dieci, lo Spezia ha messo insieme un bottino di 21 punti, il Catanzaro di 16, come gol all’attivo i calabresi ne hanno invece uno in più (17 contro 16) pur considerando sempre il saldo nettamente a favore dei liguri per quelli subiti (12 contro tre). Non solo “Re Pietro”. Ancora alla voce dei “gol”, non è da sottovalutare che nelle due vittorie allontana-guai ci siano stati finalmente marcatori diversi da Iemmello: Biasci e Bonini con il Brescia, ancora Biasci e Pompetti a Palermo hanno dimostrato che in attacco c’è vita oltre il capitano, il quale aveva colpito otto delle undici volte nelle sette gare prima di dicembre. È chiaro non se ne possa fare a meno e Iemmello sarà ovviamente fondamentale con lo Spezia, ma se baratta i gol con le aperture che li consentono (come quello di Pompetti a Palermo, avviato da un suo lancio per Compagnon), va benissimo lo stesso.