Spirito operaio, sempre e comunque. Stando a sentire Fabio Caserta, il rischio che il Catanzaro si imborghesisca dopo due vittorie di fila e l’ingresso in zona playoff non esiste. «Le prospettive non sono cambiate e il nostro obiettivo di mantenere la categoria è chiaro, anche se è ovvio che i successi con il Brescia e il Palermo, prestazioni belle e importanti, fanno piacere a tutti e consentono di avere il morale molto alto, ma noi siamo gli stessi di tre settimane fa», è il dato di fondo che non può venire meno: «Con l’umiltà che l’ha contraddistinta questa squadra se la può giocare a viso aperto con tutti, a patto di non pensare che due vittorie abbiano risolto i problemi».
Non a caso il tecnico ha richiamato il periodo precedente, la “pareggite” che aveva inchiodato i giallorossi a metà classifica, più vicini alla zona playout che ai posti nobili, perché basta un nulla e si torna lì, passando dai buoni ai cattivi pensieri. A maggior ragione considerando lo spessore dello Spezia di ferro, terza forza del torneo e l’unica insidia per il duopolio Sassuolo-Pisa.
«Adesso dobbiamo stare molto attenti e non pensare alle ultime due gare proprio perché affrontiamo un avversario che lotta per la A diretta, è forte sui piazzati, individualmente e nel collettivo, gioca un calcio molto diretto», ha avvisato Caserta.
Palermo è comunque un gran bel punto di ripartenza prendendo spunto dalla personalità con cui i suoi hanno saputo imporsi: «Non era facile soprattutto approcciare bene come in effetti è stato fatto, creando tanto e soffrendo il giusto, bravi a sfruttare le azioni create cercando di mettere nelle condizioni ideali la squadra e i singoli. Sto dando continuità a un tipo di lavoro portato avanti negli anni, l’anno scorso si preferiva magari tenere più palla nella propria metà campo, io preferisco andare nell’altra metà campo una volta superata la pressione altrui, i ragazzi ci stanno riuscendo molto bene».
Interrogativi. Il 3-5-2, diverse certezze insieme a un paio di dubbi fra l’attacco e la difesa. Il primo: il diffidato Iemmello col rischio che salti il derby del 26 o Pittarello? È una valutazione obbligata perché il capitano è imprescindibile sempre, ma in una sfida come quella di Cosenza lo è ancora di più. Magari lo schiera titolare anche oggi, a Pietro basterà fare attenzione, ma mai dire mai.
Il secondo dubbio: Brighenti rientra dalla squalifica, ma contro i corazzieri liguri, i più letali sui calci da fermo (19 gol su 27) conviene riproporre il vicecapitano o spostare Scognamillo sul centrodestra per inserire i centimetri di Antonini in mezzo alla linea arretrata? Bella domanda, ma forse gli equilibri avuti finora meritano di non essere toccati, quindi Brighenti è favorito. «Qualche dubbio in più c’è, ma di sicuro l’abbondanza non è un problema, è solo un vantaggio». Convocato dopo un mese e mezzo ai box La Mantia, che con Situm (anche se non al meglio) e lo stesso difensore brasiliano aggiungono opzioni e soluzioni.
Finalizzazione. Fin qui il Catanzaro è riuscito a capitalizzare il 65% delle 20 chiare occasioni da rete costruite: «Per me può essere ancora più incisivo, però sono molto contento dei nostri attaccanti pur non avendo ancora visto il vero Pittarello, perché può dare tanto e io non gli ho dato continuità, e aspettandomi anche qualche gol in più dai quinti offensivi», è stata l’annotazione del quarantaseienne allenatore, che ha parlato della sfida allo Spezia come di uno step in un processo, non dell’eventuale e definitiva consacrazione: «Partita che può far capire ai ragazzi la forza che hanno, non ancora dove possono arrivare perché è troppo presto. Giocare contro una corazzata come lo Spezia è bello e per noi significa tanto pur senza considerare la classifica». Guardarla negli occhi e magari fare abbassare la testa alla terza forza del torneo sarebbe il massimo in ottica derby.
Catanzaro, esame da big contro lo Spezia
Al “Ceravolo” arrivano i forti liguri che puntano alla promozione. I giallorossi sognano la terza vittoria consecutiva
Caricamento commenti
Commenta la notizia