Scrivi Paternò e la mente corre alla primavera del 2001 quando più di mille tifosi rossoblù oltrepassarono lo Stretto per assistere a un big match passato alla storia malgrado la sconfitta incassata dalla Vibonese allora guidata dal compianto Marcello Pasquino che quella domenica di oltre venti anni fa perse l’ultimo treno per la promozione in Serie C battuta di stretta misura sul campo della formazione siciliana allenata da Pasquale Marino.
Domani pomeriggio la squadra di Michele Facciolo tornerà sullo stesso campo con l’obiettivo di riscattare la sconfitta rimediata domenica scorsa contro la capolista Siracusa.
I precedenti della Vibonese a Paternò sono tradizionalmente negativi. Il bilancio pende decisamente dalla parte dei siciliani capaci di aggiudicarsi sei sfide su sette. L’unica volta che i rossoblù tornarono con un punto in tasca dalla provincia di Catania fu nella stagione 1974-1975, ovvero cinquanta anni fa: zero a zero.
Il resto della storia parla di sconfitte brucianti e domeniche completamente negative. Quanto basta per capire che Paternò è per la Vibonese un autentico tabù da sfatare e quindi una sorta di bestia nera. L’ultimo incrocio risale alla stagione 2022-2023: sulla panchina rossoblù sedeva Giacomo Modica e il suo vice era Michele Facciolo. Negativo (manco a dirlo) l’esito finale con successo del Paternò grazie alla rete segnata da Ankovic.
Non è solo una questione di cabala perché la formazione catanese è sesta in classifica e sul proprio campo ha fatto soffrire tutti, compreso il Siracusa, a un passo dal ko evitato con il gol segnato all’ultimo minuto di recupero da Pistolesi giusto due settimane fa. Morale della favola: per vincere a Paternò e chiudere in bellezza il 2024, la Vibonese dovrà giocare la partita perfetta confermandosi squadra da formato trasferta.
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