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Catanzaro, la fiducia resta immutata

Unico neo di sabato l’attacco, rimasto a secco. Ma Caserta non si mostra preoccupato

Si può perdere una partita sapendo comunque di non aver interrotto il proprio processo di crescita. Semmai, avendo imparato cosa manca (oltre a un pizzico di fortuna) per essere completi quanto la squadra che ti ha battuto. Cinismo e un po’ più di malizia, ma sul piano del gioco, dell’intensità fisica e agonistica, delle soluzioni, il Catanzaro si è decisamente dimostrato allo stesso livello dello Spezia secondo in classifica. Avrebbe meritato di acciuffare il pari in un secondo tempo che ha dominato, nel quale ha costruito occasioni in serie e si era pure guadagnato il rigore - poi revocato per un fuorigioco di centimetri - che da sabato sera sta facendo discutere una città.
Episodio a parte, le Aquile possono presentarsi al derby del “Marulla” con sicurezze immutate: la rabbia per la sconfitta di misura incassata dai liguri può solo aiutarle. Del derby se n’è già parlato al termine della sfida con lo Spezia, anche prima che lo facesse Caserta nella sala stampa: sono stati gli Ultras a caricare la squadra sotto la “Capraro” in vista della sfida di giovedì. Sul fronte del temperamento, ci penserà Iemmello - cuore giallorosso - a toccare le corde giuste nello spogliatoio, come ha fatto per i due scontri del campionato scorso.
A secco Erano cinque partite che il Catanzaro segnava almeno due gol: a Reggio Emilia e col Mantova in casa, il tris di Marassi e la coppia di sberle che avevano steso il Brescia e il Palermo. Stavolta i giallorossi sono rimasti all’asciutto, però la circostanza non può preoccupare Caserta. Intanto perché se gli avversari non avessero avuto Gori fra i pali - il portiere con la percentuale di parate più alta della B - il destro di Pittarello sarebbe entrato premiando la spinta della squadra e l’ottimo subentro del centravanti.
Non è da tutti costruire quella mole di chance contro la migliore difesa del campionato, che ha ballato parecchio e tirato sospiri di sollievo non solo quando Gori e il Var l’hanno salvata, ma anche sulle tante conclusioni sporcate in modo provvidenziale: le due murate di Aurelio su Iemmello, le deviazioni su Buso e Compagnon, tante altre rifiniture disinnescate in extremis e con affanni evidenti. Caserta può dormire fra due guanciali: che il Catanzaro non sia riuscito a segnare è stato un caso. Non succedeva dal 3 novembre con il Frosinone, anche quella volta in casa. Proverà a ripristinare la rotta giusta al “Marulla”, cento chilometri più a nord del “Ceravolo”.
Quattro Più che altro, il tecnico quarantaseienne può scervellarsi - nel senso positivo del termine - per le diverse opzioni tattiche che gli stanno dando garanzie e buone risposte. Il 3-5-2 che ha garantito equilibrio non è più l’unica soluzione considerando quanto sia stato efficace il 4-4-2 a trazione offensiva utilizzato nel secondo tempo contro lo Spezia, così come contro il Brescia. I progressi di Buso anche come esterno sinistro di centrocampo (non solo da seconda punta) sono evidenti, la capacità di Compagnon di giocare su entrambe le fasce (e non più solo a destra) pure. Rispetto all’inizio del torneo, schierarsi con soli due mediani sembra sicuramente più sostenibile. Per ora Caserta l’ha fatto quando ha dovuto recuperare un risultato (come contro lo Spezia) o spezzare l’equilibrio nel finale (contro il Brescia), mai dal via, almeno non da quando è tornato al 3-5-2 di base nella gara con il Modena. Tuttavia, la consapevolezza con cui la squadra si esprime anche con il 4-4-2 ormai non può più escludere che d’ora in avanti anche questo modulo - non sempre, ma magari contro determinati avversari - venga utilizzato dal primo minuto.

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