Vive ormai stabilmente nella Capitale, ma il cuore e la passione sono colorati di rosso e blu. Da luglio 2019 collabora con Massimo Oddo. Attendono una chiamata dopo le esperienze al Perugia, al Pescara e alla Spal. Negli stadi va poco (l’ultima partita vista dal vivo è Lazio-Inter, da buon ex biancoceleste), i campionati li segue prevalentemente dalla poltrona. Sarà così anche per il derby di giovedì. Stefano Fiore nella sua carriera con la maglia del Cosenza (a metà degli anni Novanta e poi dal 2009 al 2011, prima di appendere le scarpe al chiodo e indossare gli abiti di responsabile dell’area tecnica e direttore sportivo) non ha mai affrontato i giallorossi.
La serie B è un campionato che lo appassiona; ovviamente, con un occhio di riguardo per i silani. Non nasconde una certa delusione per gli ultimi ko.
«Il Cosenza a volte concede fin troppo agli avversari, ma nel suo dna ha quella voglia di non lasciare nulla di intentato per recuperare a eventuali gap. Ha recuperato partite in modo insperato, vincendole addirittura o pareggiandole. È una squadra di combattenti, fatta di gente che non molla mai. Ma alterna momenti buoni ad altri meno buoni. Purtroppo, questa scarsa continuità ti penalizza. E aggiunta alla penalizzazione ti fa trovare in fondo alla classifica. Prima di Cesane e Carrara si era espressa meglio fuori casa, risultati alla mano. Queste due sconfitte aggiunta a quella casalinga con il Frosinone non ci volevano. Pesano quei 4 punti di penalità. Una situazione inaspettata - sottolinea Fiore riferendosi a quanto accaduto in estate - una leggerezza imperdonabile: speriamo non pesi da qui alla fine del campionato».
L’ex azzurro ha lavorato con il presidente Eugenio Guarascio.
«Sono stato il suo primo direttore sportivo. Era agli inizi dell’avventura con il Cosenza. Si lavorava con grande difficoltà. Tra i dilettanti. Catapultato dalla sera alla mattina nel mondo del calci, non è stato facile fargli capire determinate cose. Le logiche di un imprenditore “normale” sono diverse dalla gestione di una squadra di calcio. Comunque, per me sono stati due anni molto formativi. Guarascio da lì in poi ha fatto il suo percorso. Ed è ancora in sella. Anche se i suoi modi spesso non sono condivisi dalla piazza (l’aumento dei biglietti del derby rientrato nel giro di un’ora gli ha messo contro un’intera città: ndr). Grazie a lui però il Cosenza è rientrato nel calcio che conta. Peccato che in tutti questi anni non sia riuscito a farsi amare completamente, a dare un segnale per costruire qualcosa di importante, come ad esempio un Centro sportivo, creando le basi di un settore giovanile a cui di tanto in tanto attingere».
Stefano Fiore conosce molto bene Massimiliano Alvini.
«Eravamo insieme al corso per allenatore professionista di prima categoria Uefa Pro che si è concluso nel 2018. Alunni di Ulivieri. Una persona perbene, un allenatore bravo e capace. Sta facendo bene a Cosenza. Quello fatto finora è merito suo. Si è trovato senza Tutino, senza una stella, un grande bomber e una rosa normale».
Parliamo del derby.
«Prevedo una partita molto equilibrata. Il Catanzaro ha gente che fa male in attacco, sul fronte cosentino non c’è un giocatore che emerge sugli altri. Ma è un bel gruppo. Questo è un aspetto che potrebbe fare la differenza. Affrontare partite del genere con un certo spirito vuole dire molto. L’anno scorso sotto questo profilo il Cosenza ha deluso. La squadra penso che venderà cara la pelle. Bisognerà essere sempre in partita, tenere nervi saldi, sfruttare ogni minima opportunità. Dall’altra parte c’è Caserta che sicuramente ha fatto tesoro dell’esperienza dello scorso anno. Ma Alvini è uno navigato».
Fiore e Mauro in campo per il derby. Stefano: "Prevedo una partita equilibrata". Massimo: "Giallorossi un po’ più forti, ma..."
La parola a due simboli di Cosenza e Catanzaro: gli illustri ex “giocano” in anticipo l’attesa sfida di giovedì pomeriggio
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