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Catanzaro all’assalto della Salernitana, out Buso e Bonini LE PROBABILI FORMAZIONI

Al “Ceravolo” si conclude il 2024 dei giallorossi con la sfida a una squadra in piena crisi che annaspa in zona retrocessione. Caserta: «Peccato non aver vinto il derby, ma il bilancio è positivo»

Tre regole per il girone di ritorno che inizia oggi. La prima: «Non parlare più del derby». La seconda: «Trasformare l’amarezza in rabbia». La terza: «Voltare pagina per cercare di fare più di quanto non ci sia riuscito finora». Sono i comandamenti che Fabio Caserta fissa idealmente al muro dello spogliatoio, ma che potrebbe tranquillamente appendere agli ingressi del “Ceravolo” per la sfida «importantissima» con la Salernitana. Sulla partita di Cosenza il tecnico del Catanzaro torna un’ultima volta, come a voler chiudere il discorso: «All’ultima azione ci è sfuggita una vittoria che per noi valeva tanto e per me aveva un significato particolare. Ieri (venerdì, ndr) ne ho anche parlato con i ragazzi, dopo il gol abbiamo avuto un’involuzione dovuta all’aspetto emotivo», è la puntualizzazione del 46enne, che poi rivendica il «bilancio positivo» di un girone d’andata da settimo posto (come un anno fa) e con appena tre sconfitte, tante quanto il Pisa e meno solo di Sassuolo e Spezia, le tre dominatrici della B.
«Quando sono arrivato qui speravo che le cose andassero così perché ero consapevole delle difficoltà che avrei incontrato lavorando su un roster con tanti giocatori nuovi e sostituendo un allenatore che aveva fatto benissimo per due anni. Io sono molto contento valutando la crescita della squadra».
In effetti, il Catanzaro ha impiegato un po’ a carburare, ma ora – black out nel finale del derby escluso – è altra cosa, tanto da potersi permettere un più stabile ricorso al 4-4-2 accantonato per il 3-5-2: «Penso che adesso sia sostenibile (il 4-4-2): esterni di centrocampo come Compagnon, Seck, Buso, molto importanti per quel modulo, hanno la forma fisica adatta».
Verdeoro. Con la Salernitana, comunque, si parte sempre con il 3-5-2, anche perché alla lunga lista degli assenti (Coulibaly, D’Alessandro, Koutsoupias i più importanti) si sono aggiunti Buso (risentimento muscolare) e Bonini (fastidio a un ginocchio). Considerando anche l’ora giocata da Situm giovedì – dopo due mesi di stop e qualche minuto a Palermo –, il tecnico non ha grandi soluzioni. In difesa, il terzetto Antonini-Scognamillo-Brighenti è la strada più praticabile.
Il rientro del brasiliano fra i titolari (l’ultima volta era stata col Modena a inizio ottobre) può dare ulteriore smalto a una linea arretrata che presenta buoni numeri, e quindi offre un buon rendimento, non tanto perché è la sesta meno battuta, quanto per la solidità generale. Al di là del black out di Cosenza, in particolare nei secondi tempi davanti a Pigliacelli si abbassa la saracinesca con 7 reti concesse di cui appena 3 negli ultimi 15’, sopra la media. Se Antonini dimostrasse di poter tornare ai livelli dello scorso campionato il Catanzaro alzerebbe il livello.


Quinta marcia. Il rebus riguarda le fasce in base alla posizione di Compagnon: venisse confermato a destra – più probabile – sull’altra si contenderebbero il posto Situm e Ceresoli, altrimenti sarebbe Cassandro il laterale destro con il ragazzo di proprietà della Juve sull’out mancino. A meno che Caserta non decida per una trazione anteriore schierando da laterali due elementi offensivi come Compagnon insieme a Brignola (o Seck). A centrocampo, invece, Pompetti «sta meglio», dunque sussistono zero dubbi sul suo utilizzo con Petriccione e Pontisso dopo il subentro con gol a Cosenza. L’altro punto interrogativo è davanti: Biasci o Pittarello? Il veneto ha fatto bene nel derby, ma dopo la panchina del “Marulla” il toscano è riposato e avvelenato: «Dobbiamo essere bravi soprattutto sul piano mentale», l’avviso di Caserta e uno come Biasci di sicuro garantirà un bonus di rabbia e fame.

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