I primi due mesi col freno a mano tirato, i due successivi con un’andatura più sostenuta, base per continuare a far bene nel resto del torneo. Nella stagione del Catanzaro ci sono un prima e un dopo con la trasferta di Bari vero e proprio spartiacque. È lì che i giallorossi acquisiscono maggiore consapevolezza: non per il risultato (un pari per 1-1), ma per personalità, gioco, assetto tattico e prestazioni individuali, Caserta e i suoi giocatori svoltano al “San Nicola”. Una cosa è la squadra abulica di Cesena, confusionaria di Cittadella o impaurita di Salerno, un’altra quella apprezzata dal viaggio in Puglia, punto d’avvio di una crescita progressiva – con ulteriori margini di miglioramento – che pian piano garantisce sicurezza.
Pur non fallendo mai la prestazione al “Ceravolo”, dove ottiene appena una vittoria con la Carrarese (anche se strameritata), è in trasferta che il Catanzaro inizialmente stenta e deve dare la sterzata: i soli due tiri in porta a Cesena e Cittadella seguiti dallo zero assoluto (per conclusioni fra i pali e corner guadagnati) di Salerno sono la punta dell’iceberg delle diverse difficoltà di un gruppo ancora alla ricerca della propria identità.
Il cambio di modulo dopo lo 0-0 in Campania comincia a dare qualche esito confortante al di là del 2-2 acciuffato in extremis col Modena, ma è il lavoro nella seconda sosta stagionale che offre progressi più evidenti. A Bari, dove il Catanzaro insegue come altre volte, vengono costruite occasioni in serie: fra i pali colpisce tre volte, però le conclusioni totali sono ben 18 (massimo stagionale fino al derby) al termine di un secondo tempo a tratti impressionante per il modo in cui detta legge.
In aggiunta alle certezze garantite dal modulo, i big crescono: Iemmello comincia a segnare a raffica (ne farà otto in sette gare prima di raggiungere la doppia cifra con la Salernitana), Pompetti sale di tono, Situm da “quinto” sa fare la differenza, Compagnon raggiunge la condizione migliore, Pontisso, i difensori e Pigliacelli si confermano.
Quindi se funzionano assetto e interpreti diventa più efficace pure il gioco: il Catanzaro ne fa tre al Sudtirol, guarda negli occhi il Pisa (che in casa rimane a secco di gol per la prima volta e a cui viene concesso un solo tiro nello specchio), ne rifila due a testa alla Reggiana e al Mantova, altri tre alla Samp, ancora due al Brescia e al Palermo nei due successi che danno ai giallorossi una dimensione diversa. Il neo sono i cinque pareggi di fila prima del 2-1 sul Brescia, ma i due pienoni arrivati subito dopo inquadrano diversamente anche quelle cinque X.
Il ko con lo Spezia, dopo tre mesi senza macchia, è più casuale che altro: tre tiri in porta e 15 conclusioni a testa, solo che Pio Esposito pesca la conclusione imparabile, mentre l’estremo avversario mura Pittarello e il Var ne pesca un’unghia in fuorigioco.
Il derby è storia a parte, la sfida con la Salernitana è il semaforo verde perla ripartenza e un Capodanno sereno trascorso in zona playoff, con l’additivo importante del massimo vantaggio (sette punti) sui playout e sull’area che porta direttamente in C (nove).
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