Chiavi (della squadra) in mano e soprattutto fra i piedi. Dei due volti (e ruoli) di Marco Pompetti, domenica a Bolzano vedremo quello da playmaker. Con Petriccione squalificato, far girare il Catanzaro tocca a lui, carico a mille dopo il rinnovo al 2027 firmato mercoledì e nel pieno di una stagione che sembra una consacrazione.
«Sono molto contento per come stanno andando le cose dal mio punto di vista, sto facendo bene e sono in fiducia, ma sono contento in particolare dalla prospettiva della squadra, che viene davanti ai traguardi personali», sottolinea il ventiquattrenne di Pescara, corteggiato e seguito da molto vicino dall’Empoli (che potrebbe tornare alla carica in estate). «Il rinnovo lo volevo, l’interesse di altre squadre fa sempre piacere – ammette il centrocampista –, però volevo restare qui a gennaio perché ritengo possiamo toglierci grandi soddisfazioni e disputare un grande campionato. Io sono fatto così, penso sempre al presente e ringrazio società, presidente, direttore e compagni che hanno reso possibile arrivassi a questo punto, oltre al mister che mi ha dato grandissima fiducia».
Tanto ce l’ha messo ovviamente Marco, cresciuto in modo esponenziale e diventato sempre più completo: «Dove sono migliorato? Mi sento molto più maturo nelle scelte che prendo in campo, con e senza palla, ma devo sicuramente continuare a migliorare in tutti gli aspetti, magari essere meno istintivo e più lucido. Quanto al ruolo, io mi adatto bene perché mi piacciono tutte le posizioni del centrocampo, e poi giocare ogni settimana, in un gruppo con così tanti giocatori forti, è già di per sé motivo di orgoglio».
L’ex Inter (i nerazzurri prenderanno il 35% da una futura rivendita) due anni fa è stato in prestito proprio al Sudtirol, prossimo avversario: «Non è stata un’esperienza fortunata, ma non porto rancore, è una tappa della mia carriera e per me domenica sarà una gara come le altre». Catanzaro, invece, è un’altra cosa: «Qui sto bene da quando sono arrivato (luglio 2023, ndr) ed è molto importante perché dal contesto dipendono le mie prestazioni in campo, sono bellissimi il calore e l’amore dei tifosi nei nostri confronti, ci spingono a dare il massimo», aggiunge Pompetti.
«Il più bello dei miei tre gol? Quello di Palermo, che è anche il più importante solo perché a Cosenza alla fine hanno pareggiato, altrimenti non c’era neanche da parlarne. All’inizio concedevamo meno e facevamo un po’ più fatica davanti come squadra, poi ci siamo sciolti e questo ci permette di essere più incisivi e avere più occasioni».
Il torneo dei giallorossi è all’ennesimo bivio: dovessero passare indenni le prossime tre (dopo la trasferta con il Sudtirol, il Pisa in casa e il Brescia fuori) acquisirebbero uno status più ambizioso, anche se nessuno lo dice, tantomeno Pompetti: «Abbiamo concluso bene l’anno con la vittoria sulla Salernitana, ora dobbiamo dare continuità pur sapendo che non sarà facile contro un avversario difficile che ci darà filo da torcere. Il loro allenatore l’anno scorso guidava l’Ascoli e lì nelle Marche è stata la partita più complicata per noi. Penso farà le stesse cose, però se pareggiamo l’aspetto agonistico, i duelli e i contrasti, tecnicamente ne possiamo venire fuori benissimo e vincere la partita».
Pompetti: "A Catanzaro sono felice, mi sento molto più maturo. Possiamo toglierci grandi soddisfazioni"
La soddisfazione del centrocampista all’indomani del rinnovo contrattuale che lo ha legato al club giallorosso fino al 2027
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