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Catanzaro, quell’agrodolce continuità

Allungata la striscia positiva ma il pari col Sudtirol ha fatto emergere dettagli da perfezionare

Caserta lo aveva detto alla vigilia e l’avrà pensato anche ieri nel day after: «Il girone di ritorno è un altro campionato e ci sarà più equilibrio di quanto non ce sia stato fin qui, d’ora in poi anche un punto solo potrebbe rivelarsi decisivo». E allora quello ottenuto a Bolzano contro il Sudtirol va inquadrato positivamente per un paio di “almeno”: nel senso che si poteva pure perdere e il pareggio ha allungato la striscia positiva garantendo almeno un pizzico di continuità, e che la tanto temuta ripartenza dopo la sosta non ha segnalato una squadra priva di mordente, almeno non in tutti i suoi interpreti.
Sull’altro fronte aperto in Alto Adige, vale a dire l’incapacità di approfittare fino in fondo delle occasioni di platino per tornare in vantaggio, sia a fine primo tempo (Iemmello dal dischetto) che nel recupero del secondo (la specie di rigore in movimento di D’Alessandro), sbagliare è fisiologico, però nel caso dei giallorossi è anche il segno che non è stato ancora compiuto quel passo avanti in termini di maturazione, cinismo, istinto, che invece sanno fare le squadre più ambiziose. Altrimenti a Bolzano, al di là dei meriti o meno, sarebbe stato pienone. E lo stesso vale per il derby di Santo Stefano.
Si tratta probabilmente della «cura dei dettagli» che è stata l’altra indicazione di Caserta alla vigilia, aspetto evidentemente ancora da perfezionare guardando anche alla rete del pari subita con un po’ di leggerezza (e la sfortunata deviazione di Scognamillo non c’entra). Domenica le Aquile avrebbero potuto allungare sulla zona retrocessione e – insieme – avanzare una candidatura più forte per i playoff, ma considerando il costante e un po’ noioso equilibrio del torneo, non è nemmeno il caso di ripensarci troppo. A patto, naturalmente, di smettere di sprecare certe opportunità.
Il Pisa atteso al “Ceravolo” fra cinque giorni (calcio d’inizio ore 15) non è il miglior avversario per scattare dai blocchi nel 2025, però nel girone d’andata il Catanzaro ha guardato negli occhi sia i toscani (0-0 in trasferta), che il Sassuolo (1-1) e lo Spezia (nonostante il ko per 1-0) in casa.
Rivincita? Un rigore può diventare garanzia di felicità o far restare male. Prima di Bolzano il Catanzaro aveva trasformato entrambi i due che gli erano stati concessi, sempre con Iemmello, il primo per il definitivo 3-0 proprio sul Sudtirol a fine ottobre, il secondo a fine novembre con il cucchiaio magico in casa Samp. Stavolta il lato della medaglia è l’opposto, un errore ci può stare e nel corso della carriera è capitato a qualsiasi rigorista, anche più di una volta. Il capitano ha interrotto un filotto di sei penalty consecutivi a bersaglio, perché in giallorosso non sbagliava dalla massima punizione nel finale della gara di Avellino terminata 2-2 il 30 ottobre 2022, cioè nell’annata della promozione dei record. In assoluto, è stato il suo settimo errore dal dischetto su 33 tentativi, 26 dei quali mandati a bersaglio, il 79% del totale. Con il Catanzaro sono otto gol su dieci rigori tentati. Dopo la sfida in Irpinia Iemmello si rifece nel turno immediatamente successivo sbloccando, su azione, il derby con il Crotone che spianò le ali alle Aquile. In genere, a una giornata negativa, il capitano risponde con una prova da mattatore. Il Pisa è avvisato.

 

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