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Catanzaro con il “veleno” di Quagliata: "Domenica il “Ceravolo” mi ha dato una grande mano"

L’esterno sinistro che ha già debuttato contro il Pisa non nasconde la grande voglia di imporsi in maglia giallorossa

Giacomo Quagliata non avrà problemi ad ambientarsi: «Sono uno che ha il veleno». Nel senso che ha la fame di chi vuole prendersi tutto e subito, senza il bisogno di trovare stimoli o motivazioni particolari in un contesto che già l’ha caricato a dovere. «Lo stadio domenica mi ha dato una grossa mano», spiega l’esterno sinistro 24enne: «Me lo ricordavo così dalle partite da avversario dell'anno scorso. Il “Ceravolo” è impressionante, un uomo in più, e questo aspetto l’ho avvertito ulteriormente ora che indosso la maglia del Catanzaro», sottolinea parlando della sua prima mezz’ora in giallorosso contro il Pisa: «Ho subito percepito la fiducia dei compagni nei miei confronti».
C’è da credergli considerando che nel torneo precedente Quagliata ha affrontato le Aquile in Calabria, con la Cremonese, due volte nel giro di un mese fra campionato e semifinale d’andata dei playoff, cioè nel momento clou della stagione. Lo stadio ruggiva e spingeva, un po’ come succedeva a settembre, quando la Cremo è passata nel finale (con lui subentrato nel recupero) dopo un secondo tempo di sofferenza.
Uno che ha «il veleno» non aveva bisogno di tante preghiere per accettare la proposta di Polito. Forse gli mancava qualche consiglio da parte di chi c’era stato, ma Fulignati e Vandeputte (suoi compagni a Cremona) era normale spendessero un giudizio più che positivo sul Catanzaro e su Catanzaro dopo le loro stagioni da incorniciare da ogni punto di vista: «Io già sapevo che qui si sta bene, loro me l’hanno confermato alla grande. E poi è bello essere di nuovo al Sud, ne sono onorato».
Figurarsi se può avere problemi di ambientamento un palermitano che a 20 anni è volato in Olanda all’Heracles Almelo, club della massima divisione sì, ma certo non di grido quanto Ajax, Psv o il Feyenoord che due anni dopo l’avrebbe preso se la Cremonese non l’avesse riportato in Italia, in Serie A.
«L’esperienza all’estero mi ha fatto crescere. Andare lì al buio è stato un salto nel vuoto, ma ringrazio Dio di averlo fatto». È il «veleno» che lo definisce: «Ho una voglia matta di prendermi tutto, da sempre ho il veleno di arrivare e per questo non ho mai guardato le destinazioni: di raggiungere gli obiettivi ho una fame incredibile, e oggi ne possiedo più di prima».
Sulla fascia sinistra dovrebbe saziarla in fretta perché padroni su quella corsia (nemmeno sull’altra, dato lo stop di Situm) non ce ne sono. Quagliata nasce terzino, ma anche a Cremona si muoveva da “quinto”. «Appena arrivato il mister mi ha spiegato un po’ il modulo e il modo di lavorare, simile a quello della Cremonese. Ho trovato una squadra che sta bene e ha ritmi alti pure in allenamento, si tratta di cose solo positive. L’interpretazione del ruolo? Difendere mi è piaciuto sempre, ma attaccare, fare la differenza davanti e dare una mano in fase offensiva, essere uno in più in attacco, mi piace nella stessa maniera».
Potrebbe farlo da titolare già a Brescia, fra due giorni, per un personale bis al “Rigamonti” nell’arco di meno di un mese (con la Cremonese c’era stato alla prima di ritorno): «Loro sono in un momento particolare, ma hanno dimostrato che non vanno sottovalutati, sono una squadra viva che ci darà sicuramente filo da torcere».

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