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Catanzaro, la vera forza è il collettivo

I gol di Iemmello, la sorpresa Bonini, le idee di Caserta, l’ambiente compatto: la città sogna

Il capocannoniere del campionato, il difensore col vizio del gol, l’allenatore che ora sta trovando anche i risultati, l’ambiente finalmente tornato compatto. Ci sono un bel po’ di aspetti da mettere in vetrina, ma il vero punto di forza del Catanzaro è il collettivo.
È chiaro che Iemmello re dei bomber risalta quanto l’assoluto dominio di Bonini nelle aree avversarie. È evidente che Caserta ha ottenuto la sintesi più efficace nelle due fasi di gioco e che nella tifoseria è stata silenziata la parte, diventata via via sempre più piccola, che aveva sempre qualcosa da ridire sull’operato del tecnico, del ds, del nuovo corso scelto dalla società. Però se Iemmello continua a segnare a una media superiore all’anno scorso, se Bonini è l’arma letale sui piazzati e l’identità della squadra è ormai riconoscibile vuol dire che funziona tutto il complesso, il collettivo appunto. Da questa prospettiva le ultime prestazioni di Cassandro sono la tesi che dà ragione alle premesse.
Il parziale 4-1 che il jolly difensivo ha segnato al Cesena è stato un premio personale meritato, ma non sposta la qualità del suo apporto da sostituito Situm, così come da braccetto quando è stato squalificato Brighenti o da terzino nelle volte in cui è stato necessario passare alla difesa a quattro: «Per le mie caratteristiche preferisco fare il braccetto, ma anche da quinto posso farmi trovare pronto perché in un gruppo come questo è ciò che conta», è stata l’ammissione del venticinquenne sabato sera. La sua frase rende al meglio l’idea che governa lo spogliatoio, oltre che la capacità di Caserta di tenere tutti sulla corda. Certo, qualche corpo apparentemente estraneo in una rosa che prima contava 29 giocatori e per il momento ancora 26 non è mancato (Volpe, Turicchia, adesso Seck sembra ai margini), ma è un aspetto che può starci e sarebbe strano non ci fosse.
Insieme a Cassandro, decimo marcatore stagionale, meritano di essere citati il Pagano più convincente della stagione (ma uno che viene da una Primavera deve avere tempo per ambientarsi), il ritorno da titolare per niente banale di La Mantia, il subentro incisivo di Coulibaly o l’ennesima prova top della linea arretrata, dove possono cambiare gli interpreti e non diminuisce il livello: contro il Cesena non c’era Antonini, però nessuno se n’è accorto. E tutto questo per tacere dell’ennesimo assist di Pontisso, ora a cinque, e Quagliata (quattro) in una squadra dal timone saldamente nelle mani e nei piedi di Petriccione: «Lo avevo avuto a Benevento, preso a gennaio per una squadra già collaudata, quindi di spazio ce n’era poco e io qui avevo perplessità, ne ho parlato con lui – ha sottolineato Caserta –. Invece ho ritrovato un giocatore diverso, che tiene bene il campo, ha personalità, sa quando alzare e abbassare i ritmi, ha qualità che gli altri centrocampisti non hanno».
Poi, con un difensore come Bonini che ha segnato cinque volte e un attaccante già a quota 12 viene tutto più facile: «Mi stuzzica la sfida con Esposito e Shpendi? Al titolo di capocannoniere ci penserò in caso nelle ultime tre-quattro partite – ha puntualizzato Iemmello –. È logico mi faccia piacere, ma loro sono giovani e io un vecchietto, devo gestirmi. E comunque il bene del Catanzaro viene prima». Il bello è che il bene delle Aquile e i suoi gol coincidono.

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