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La squadra abbracciata sotto il settore ospiti in festa. A Frosinone non è stata la prima volta e non sarà l’ultima, ma l’episodio ripreso da più angolazioni, diventato virale sui gruppi social dedicati alle Aquile, ripropone la simbiosi fra il Catanzaro e i suoi tifosi, che tra l’altro hanno riempito l’area loro riservata (mille e spiccioli), quella adiacente (un altro migliaio) e contavano pure una presenza sostanziosa in tribuna, accanto ai sostenitori di casa.
Gli scatti e i video dallo “Stirpe” non sono niente di nuovo in assoluto, è da tre anni che va così letteralmente in ogni trasferta e a Brescia, due settimane fa, lo stadio era quasi diviso a metà, anche in virtù del gemellaggio. I numeri del pubblico non sono mai mancati, però all’inizio di questa stagione l’assenza di risultati e gli affanni nel gioco avevano causato qualche scricchiolio, almeno in una parte minoritaria (non nei gruppi organizzati), quindi la totale compattezza ritrovata da qualche settimana è indicativa di cosa stiano facendo Caserta e i suoi giocatori.
Non solo per la posizione playoff che proveranno a mantenere fino alla fine. Nemmeno per il gioco e i risultati, da tre mesi quasi in linea con quelli delle battistrada, quanto per l’impegno che i giallorossi mettono in campo sempre. Che non muoiono mai non è un modo di dire, ma un dato di fatto: in 11 delle 13 occasioni in cui è successo la reazione ha portato almeno un punto.
«C’è un attaccamento viscerale verso la squadra e i ragazzi. In questi pochi mesi che alleno il Catanzaro ho capito che ai tifosi interessa vederli lottare a prescindere dal risultato, e quello che si nota al termine delle gare è la dimostrazione che la squadra e i tifosi sono una cosa sola. Mi piace il fatto che i nostri sostenitori stiano vicini ai calciatori per ciò che fanno durante un incontro», è stata la constatazione – ormai non più sorpresa – di Caserta dopo l’1-1 nel Lazio.
Il pareggio numero 15 in campionato ha interrotto la striscia di due vittorie di fila, però non ha fermato la corsa e questo è senz’altro un merito delle Aquile, che sono sempre dure da battere e non si fermano mai. Poco importa se la Cremonese, quarta forza del torneo, abbia guadagnato due punti, il vantaggio su chi vorrebbe un posto playoff resta di cinque, che possono essere nulla, ma se hai la continuità del Catanzaro sono un buon salvagente.
Come l’anno scorso di questi tempi i giallorossi si stanno guadagnando il diritto alla tranquillità e alla spensieratezza. E non solo perché hanno un carattere di ferro. Anche a Frosinone Iemmello e compagnia hanno giocato bene e creato parecchio: non è arrivato un gol da calcio piazzato come nelle puntate precedenti, però in queste situazioni sono sempre stati insidiosi, così come continua in modo evidente l’aumento delle soluzioni offensive, dimostrato dai progressi sulle fasce (Quagliata, Cassandro, il rientro di Situm), e quello nelle opzioni a disposizione dell’allenatore (Pagano, Ilie).
È ancora pieno inverno, ma il Catanzaro sembra poter sbocciare in anticipo sulla primavera. Venerdì sera, nell’anticipo del “Ceravolo” con il Cittadella, si capirà quanto è avanzato questo processo. Anche nel campionato scorso con i veneti arrivò una svolta. Bissare si può.
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