Una volta diventati grandi, bisogna restarlo. Non è che battere lo Spezia in trasferta e il meritato quarto posto, ora in coabitazione con la Cremonese, garantiscano diritti acquisiti nella sfida con la Reggiana. Adesso tutti aspetteranno al varco il Catanzaro, unica imbattuta del 2025, e arriveranno le difficoltà più grosse. Caserta, manco a parlarne, è entrato in scivolata su qualsiasi discorso che esuli dal contesto della sfida del “Ceravolo”: «Ne ho sentite tante in settimana, di sicuro la vittoria a La Spezia è stata molto importante, ma a me non interessa quello che fanno gli altri, né la classifica. Affrontiamo una squadra che lotta nella parte bassa della graduatoria, ma ha un organico di tutto rispetto e giocatori di qualità, secondo me ci aspetta un incontro più difficile di quello in Liguria, dunque dovremo essere ancora più bravi a rispondere ai pericoli. Certo, lavorare in un ambiente entusiasta è positivo anche per noi, ma ripeto che conta solo pensare a questa gara». Guai a pensare di poter fare un boccone della Reggiana, magari immaginando di essere già al prossimo scontro diretto di Cremona, per esempio. Tra l’altro i lombardi ieri pomeriggio un mezzo favore l’hanno fatto, visto che non sono andati oltre il pari a Carrara, un po’ come lo Spezia a Bolzano la sera prima. Gruppo. Il tecnico delle Aquile deve fare a meno dello squalificato Quagliata, quindi sulle fasce Cassandro e Situm sono nettamente favoriti come titolari, uno a destra l’altro a sinistra. Poi ci sono alternative con altre caratteristiche: Buso che ora sta bene e Seck qualora fosse indispensabile aumentare le doti offensive. «Deciderò anche in base a chi schiererò davanti», si è schermito il coach, che fra i convocati ha chiamato di nuovo Compagnon, fuori da un mese e mezzo per infortunio: «Viene perché vuole stare vicino alla squadra, però è la prima settimana che lavora con noi». Negli altri reparti c’è più scelta. In mezzo, per esempio, il rientro di Pontisso ha messo in ballottaggio lui, Pagano e Pompetti, tre per due posti visto che Petriccione è indiscutibile come motore dei giallorossi: il ballottaggio è sul filo, ma forse a Caserta non conviene cambiare, quindi Pagano e Pompetti ai lati del play. Lo stesso vale per la difesa: non sembra avere senso toccare il trio formato da Brighenti, Scognamillo e Bonini. Anche se Antonini è alla loro altezza. In attacco invece si rivedrà dall’inizio Pittarello, che ha deciso il match con lo Spezia e ha esultato correndo ad abbracciare Caserta e i compagni in panchina: «E questo fa capire quanto ci tenevano lui e la squadra. Gli ho detto qualcosa? No, non lo faccio mai, so che a volte le scelte non vengono accettate di buon grado, però è sempre così perché tutti danno il massimo negli allenamenti, a me serve piuttosto che tutti si sentano importanti». Umili. Il Catanzaro che il 10 novembre ha pareggiato 2-2 a Reggio Emilia è «una squadra diversa, quindi sarà diversa anche la partita». La Reggiana «ha gente di gamba e qualità, all’andata è vero che abbiamo sofferto le transizioni in cui è molto brava». Guai ad aspettarsi sconti, in pratica, considerando che il torneo si sta avvicinando alla sua fase cruciale: «Anche il Sudtirol venerdì ha messo in difficoltà lo Spezia, è l’ulteriore dimostrazione che ogni gara adesso è sempre più complicata di quella precedente». Di conseguenza l’obbligo è rimanere umili, come se nulla sia stato fatto: «Concentriamoci sulla nostra prestazione e alziamo di molto la soglia dell’attenzione sulle cose che accadranno nei 90 minuti. Ho raccomandato ai ragazzi di continuare a essere quelli che finora non hanno mai guardato la classifica, né quale avversario avevano davanti».