
Giacomo Quagliata da una parte, Jari Vandeputte e Andrea Fulignati dall’altra. La gara di Cremona e i suoi intrecci, di classifica e personali, per tre giocatori che saranno inevitabili protagonisti nello scontro diretto per il quarto posto che a inizio stagione non sarebbe dovuto esistere. Se ha questo valore, molto si deve ai meriti del Catanzaro e altrettanto ai demeriti dei lombardi costruiti per vincere il torneo e naufragati quasi subito in un’annata deludente se rapportata agli investimenti e a tutto il ben di Dio che la rosa può offrire.
Stroppa ha così tanti calciatori di spessore che si è concesso il lusso di far partire Quagliata. È vero che l’esterno mancino non trovava spazio e delle 61 presenze in grigiorosso, dall’estate 2022 allo scorso dicembre, le 11 di questo torneo lo hanno visto in campo per appena 464 minuti, cioè meno dei 483’ delle sei gare con il Catanzaro.
Ecco, pesando l’impatto che il palermitano arrivato in prestito con diritto di riscatto (diventerebbe obbligo in caso di promozione) ha avuto con le Aquile ci si può chiedere legittimamente se proprio non meritasse di più da Stroppa: il gol e i quattro assist con cui sta ripagando Caserta dicono tanto delle qualità del ragazzo, che ha cominciato a fare la fortuna del Catanzaro e la sua. Certo, la Cremonese ha preso Azzi al suo posto, il brasiliano del Cagliari che era stato anche il sogno del ds Polito per la fascia sinistra, ma al “Ceravolo” non c’è stato proprio alcun rimpianto. Il «veleno» di Quagliata ha portato benefici effetti e il suo rientro da titolare, dopo la squalifica scontata con la Reggiana, non è in discussione. Allo “Zini” il 25enne siciliano sarà motivatissimo, e chissà che non riesca e tirare fuori un altro dei suoi colpi sui piazzati, come ha fatto con i tre servizi vincenti di Brescia: senza Iemmello in campo, i calci da fermo potrebbero rappresentare una soluzione ancora più importante per la squadra che più di ogni altra ha segnato grazie a un cross (13 gol).
Subito dietro viene proprio la Cremonese (con dodici), che ne ha tentati il massimo nel torneo, 524, e cioè 158 in più rispetto al Catanzaro. La mancanza di precisione è una delle lacune dei lombardi, anche se da qualche mese Vandeputte ha ripreso a macinare numeri vicini a quelli che aveva in giallorosso: tre reti e otto assist, la maggior parte dei quali da fine novembre dopo aver iniziato a carburare.
Stroppa lo usa da mezzala sinistra e non da esterno con mille libertà alla Vivarini, quindi il belga non ha più la centralità delle sue tre annate con le Aquile (28 gol e 53 assist in 121 partite), ma è sempre un giocatore di razza. E la stessa considerazione riguarda Fulignati, portiere con due piedi magici che ha chiuso 35 delle sue 80 partite nel Catanzaro senza subire reti, perché è bravissimo anche fra i pali.
Tutti e due, Fulignati e Vandeputte, hanno consigliato a Quagliata il loro ex club e la città che li ha fatti sentire a casa fino alla scorsa estate, quando la Cremonese per portarli allo “Zini” ha sborsato un bel po’ di soldi (e non ha ancora finito, il saldo a fine stagione). Probabilmente non immaginavano che a questo punto del torneo il loro passato li guardava dall’alto in basso, anche solo di un punto.
Al momento del loro addio, si pensava di rimpiangerli di più e invece proprio niente. Vuol dire che il Catanzaro sta facendo davvero un gran campionato.
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