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Petriccione: "Il derby gara speciale, a Catanzaro si sente tanto"

«Il pari dell’andata è servito, siamo cresciuti molto»

Il motore del Catanzaro è pronto ad accendersi per il derby. Jacopo Petriccione ha affrontato il Cosenza due volte, ma sempre in trasferta, quindi in un “Ceravolo” che corre verso il tutto esaurito sarà una prima anche per lui, che a trent’anni ne ha viste tante, ma davanti ha ancora un bel pezzo di strada e tanti traguardi da tagliare. «Con il Cosenza è una partita diversa per l’atmosfera che si respira, per la gente che ti ferma per strada e ti chiede di dare qualcosa in più, ma poi quando inizia è come le altre, anche se magari a livello di inconscio continua a incidere».
Vincere il derby per…
«I tifosi, perché forse per loro conta più della classifica e del momento. Se lo meritano per quanto ci sostengono, anche in trasferta non ci lasciano mai soli e nelle difficoltà ci sono sempre».
Cosenza ultimo ma sempre vivo: che gara sarà?
«Senza penalizzazione sarebbe nel mischione insieme a squadre più blasonate. Ti fa giocare male e ti mette in difficoltà. Io ci sono passato in quelle condizioni di classifica, affrontare a poche gare dalla fine chi sta in fondo è complicatissimo: verranno qua col coltello fra i denti, sarà più complicata di molte altre partite».
Quanto vi è andato di traverso il pareggio dell’andata?
«È stata tosta per com’è arrivato, ma il campo ha detto quello e poi abbiamo voltato pagina. Il rammarico di sicuro c’è, nei derby non importa giocare bene o male, conta vincere. Da quella gara, comunque, siamo cresciuti molto. Magari anche Cremona (ko 4-0, ndr) ci servirà».
Che è successo con la Cremonese? Dopo il 2-0 sembravate aver staccato la spina…
«Ci hanno messo in grandissima difficoltà, forse non eravamo abituati a prendere gol, abbiamo perso un po’ le nostre certezze e questo non deve mai più succedere. Però tante volte una sconfitta fa bene, forse è arrivata al momento giusto».
Cosa vi siete detti nel cerchio a fine partita?
«Il mister ci ha detto di alzare la testa, perché stiamo facendo un gran campionato. Martedì siamo ripartiti con la mentalità giusta, domenica saremo combattivi come sempre».
Che cosa vi ha permesso di svoltare nel girone d’andata?
«La differenza la danno sempre i risultati, le due vittorie di fila con Brescia e Palermo ci hanno cambiato mentalmente».
Quanto potete crescere ancora?
«Cremona è il segnale che non possiamo mai arretrare. Quando ci sentiamo belli diventiamo normali anche se noi dobbiamo sempre giocare a calcio perché per caratteristiche non possiamo fare altrimenti».
Il Catanzaro ti ha preso in C e hai subito avuto un impatto decisivo. Ora ti stai confermando. Con il Lecce avevi vinto la B e giocato in A: non ti senti sottovalutato?
«Non lo so, ma quello che ho fatto me lo sono meritato perché nessuno mi ha mai regalato niente e sono orgoglioso del mio percorso. Mi piacerebbe tornare in A, magari riuscirci un giorno con questa maglia, ma ora pensiamo a crescere come squadra e società».
Quinti nonostante l’obiettivo iniziale dicesse solo salvezza: bersaglio ormai fisso sui playoff…
«La classifica è talmente corta… È normale sperare di restare dove siamo, ma non è scontato. Dobbiamo pensare a una gara per volta, dovessimo essere lì nelle ultime tre-quattro allora sì».
Dai dati Opta sei il giocatore che ha partecipato a più tiri (38, di cui 11 conclusioni e 27 occasioni create) senza segnare o fornire assist: indicano quanto sei importante per la squadra, ma non ti dà fastidio non esserci ancora riuscito?
«Il gol non è mai stata la mia ossessione, in carriera spesso ho giocato più avanzato, quindi era più facile farli, mentre ora mi muovo più dietro, quindi penso in particolare alle preventive. Certo, qualche assist in più non mi dispiacerebbe».
E se fosse tua la rete decisiva nel derby cosa faresti?
«Non ho mai pensato a queste cose. A Lecce ho segnato il gol della promozione in A, ma davvero non so cosa farei, festeggerei sul momento con i miei compagni».

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