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Catanzaro, quattro passaggi chiave che hanno segnato la stagione

A Bari svolta tattica e “switch” mentale, a Brescia il binario giusto nei risultati. Il 4-0 nel derby entra nel cuore dei tifosi, il blitz su Sassuolo per la matematica dei playoff

La stagione andata definitivamente in archivio lascia numeri e momenti da tramandare. Il sesto posto in campionato, la vittoria nel turno preliminare dei playoff e l’accesso in semifinale per il secondo anno consecutivo sono ovviamente i dati più importanti: i risultati finiscono negli almanacchi, però c’è anche tanto altro, a cominciare dal numero di sconfitte incassate dal Catanzaro di Fabio Caserta, appena sette nell’arco della regular season. Nei tornei di B a 20 squadre i giallorossi ne avevano subite una in meno, quindi sei in tutto, soltanto nel 1974-75 e nel 1987-88.
Quanto alle sfide che hanno lasciato un segno positivo, per un motivo o un altro, ce ne sono quattro che hanno pesato più di altre sul piano collettivo. La prima è stata la gara della svolta, il pareggio in rimonta per 1-1 a Bari il 18 ottobre, che ha permesso alle Aquile di accendere la luce dopo un avvio stentato. Lì i giallorossi hanno ribadito un aspetto diventato una costante, e cioè che una volta sotto nel punteggio Iemmello e soci sarebbero stati spesso capaci di reagire: non a caso hanno ottenuto 17 punti da situazioni di svantaggio, meglio di tutti insieme allo Spezia. Al “San Nicola” Caserta ha avuto il segnale che la strada era giusta: cambio di modulo (dal 4-4-2 al 3-5-2), l’idea di alzare Scognamillo per aumentare gli sbocchi in uscita e un gran secondo tempo col pari del capitano e qualche occasione fallita che avrebbe consentito il colpaccio.
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