Giocare sempre e comunque. È il dna del Catanzaro che rappresenta una continuità evidente fra questa e le tre stagioni precedenti. Scegliendo Aquilani per la panchina, era naturale che la vocazione al possesso e al palleggio venisse conservata, per certi versi rinvigorita, ma una cosa è ipotizzarlo a bocce ferme, un’altra praticarlo sul campo, come hanno fatto i giallorossi, in una gara ufficiale contro un avversario di categoria superiore, com’è stata quella con il Sassuolo in Coppa Italia. È naturale che il sentiero vada delineato meglio, completando il rodaggio e inserendo tutte le new entry, ma la proposta delle Aquile al “Mapei” è da considerarsi soddisfacente, al di là del risultato. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale