
Quanto sia cresciuto il Catanzaro in questi anni lo dimostrano i risultati e non solo. Basta dare un’occhiata ai giocatori arrivati nell’ultima sessione di mercato per accorgersi del livello più alto in un percorso che non è finito, visto che il club è in fase avanzata per l’acquisto dei terreni su cui costruire un centro sportivo. Le strutture, per avere credibilità, hanno un peso non secondario, quindi è tutto il contesto che concorre al valore del brand Catanzaro e alla sua attrattività.
L’anno scorso a fine mercato il ds Polito aveva preso un elemento con più presenze in A che in B come D’Alessandro. Cioè uno che soltanto nella stagione precedente, da matricola, era impensabile avvicinare. Quest’estate lo stesso ds si è superato inserendo in rosa alcuni dei giovani più interessanti dei vivai di A (per esempio, Liberali addirittura strappandone la proprietà al Milan, Rispoli e Cisse) con l’aggiunta preziosa di qualche calciatore più esperto, gente che fra i cadetti può fare la differenza come Di Francesco e, soprattutto, Rémi Oudin, sotto contratto per un anno con opzione.
Il francese è stato il tocco da maestro sulle operazioni in entrata. Un calciatore di classe, il “mago” che può cambiare il volto di una partita con una giocata. Ha preso il numero 28 che era di Biasci, ma Oudin è un vero 10, tecnico, geniale, anche dotato di un fisico da giocatore moderno (è alto 186 centimetri), dunque attrezzato per le battaglie di B. Averlo nel Catanzaro, dopo che in carriera era stato solo in Serie A se si escludono i sei mesi in prestito alla Samp, da gennaio a giugno di quest’anno, è indice dell’appetibilità maggiorata della piazza. E della credibilità che hanno le Aquile: «Mi è piaciuto tanto il colloquio che ho avuto con il mister e il direttore sportivo, non mi ha fatto esitare ad accettare il club», ha spiegato il fantasista nella prima intervista rilasciata - in francese - attraverso i canali ufficiali.
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