La salvezza ma non soltanto quella. Il diktat è sempre lo stesso: consolidare la categoria. E quindi evitare sofferenze, se possibile dimenticarle. Come nei due anni precedenti. Se poi si riesce in qualcosa di meglio, è tutto guadagnato. Come nei due anni precedenti. «Oggi dalla squadra mi aspetto la salvezza come primo step, ma è chiaro che non ci accontentiamo di salvarci, per me la rosa è molto competitiva: Oudin, Pandolfi e Buglio, giusto per citare alcuni di quelli arrivati a fine mercato... diciamo che possiamo essere speranzosi e mi auguro che i risultati ci diano ragione». Floriano Noto è sicuro del fatto suo. Il presidente torna a parlare come fa ogni stagione, all’inizio del torneo, per chiudere una parentesi e aprirne un’altra. «L’asticella l’abbiamo alzata di parecchio in determinati ruoli, abbiamo completato la rosa con le caratteristiche che ci mancavano in un organico che comunque era già di qualità. E non l’abbiamo alzata per gli stimoli esterni», ha aggiunto richiamando l’invito di Iemmello dopo la prima giornata col Sudtirol: «Era già tutto pianificato e il ds Polito ha compiuto la missione in maniera perfetta». Al “Ceravolo”, in attesa di ritornarci sabato per la sfida alla Carrarese, il patron ha anche ricordato i patemi di un anno fa, quando la squadra allora allenata da Caserta aveva difficoltà a ingranare: «Ma i tifosi ci sono stati vicini anche nei momenti delicati. C’era chi invocava il cambio di allenatore, per fortuna abbiamo tenuto la barra dritta e non abbiamo sbagliato», ha aggiunto Noto, che ha ribadito come la «B sia per me la più difficile di tutte le categorie professionistiche d’Europa, in A ci sono risultati scontati, da noi molte squadre si equivalgono e quest’anno ancora di più, visto è aumentata la classe media e che le proprietà italiane si sono tutte orientate ai giovani abbassando l’età media e livellando il campionato». L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale