Nelle ultime due stagioni non c’è stato tabù più resistente della Reggiana, una delle poche squadre che il Catanzaro non è riuscito a battere da quando è tornato in B. Anzi, da prima che ci tornasse a tutti gli effetti, visto che pure nella Supercoppa di C ha dovuto accontentarsi di un pareggio. In teoria non ci sarebbe niente di strano non fosse che al “Città del Tricolore” non hanno i budget delle grandi, attrezzano ogni anno un organico che può pensare solo alla salvezza e forse rivestono una dimensione anche un po’ più piccola e provinciale di quella dei giallorossi. Che però hanno perso di misura i due confronti della stagione 2023-24 e pareggiato entrambe le gare dello scorso torneo fra giornate di abulia completa (il 26 dicembre di due anni fa), palloni che sbattono sul palo e carambolano in porta colpendo la schiena del portiere (nell’occasione Fulignati, il 9 marzo 2024), bellissimi gol (di Portanova e Gondo) ripresi da reti altrettanto belle (Pompetti e Iemmello) nel più recente viaggio in Emilia che pareva stregato (2-2 il 10 novembre dell’anno passato) e un punticino ottenuto con fatica, dopo lo svantaggio, come nell’1-1 del “Ceravolo” del 23 marzo di quest’anno, l’ultimo incrocio assoluto fra le due formazioni. È chiaro che anche domani il Catanzaro debba aspettarsi di tutto da un avversario che soprattutto in casa (dove ha piegato l’Empoli) cerca punti salvezza, ma Aquilani ha pur sempre il materiale per imporsi e ottenere il primo successo stagionale. Per giocatori e anche gioco, sulla carta più completo di quello - soprattutto di attesa - degli avversari. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale