L’antropologo Vito Teti con la sua opera “Il paese Interiore” ha ispirato il giovane Luca Calvetta il quale ha scritto e diretto un cortometraggio, che illustra in modo poetico e quasi surreale il mondo misterioso di un borgo, visto dalla parte del cuore e meno dalla parte del reale. Calvetta, serrese di origine e residente a Roma, lavora attualmente nella trasmissione “DiMartedì”, condotta da Giovanni Floris, che va in onda ogni settimana su la7. Il giovane si è sempre distinto per la sua capacità di regista e di attento osservatore dei fatti quotidiani. Profondamente legato al suo paese di origine, non poteva non essere attratto dalle immagini del suo paese e da quelle di una Calabria che si fa sorpassare dal trascorrere del tempo e che resta ancora legata alle sue tradizioni antiche, le quali la tengono strettamente ancorata al passato, rifiutando ostinatamente il futuro incerto e senza speranza. Calvetta nel suo cortometraggio ha tradotto in una lingua comprensibile a tutti e quanto mai semplice e cruda le immagini dell’emigrato, della povertà, della disoccupazione giovanile, del disagio sociale e di un progresso sempre promesso, ma che tarda ancora ad arrivare. La vita difficile del borgo appare vissuta come un’incognita che nasconde tra le sue pieghe l’incertezza di chi vuole riscattarsi e spinge verso il cambiamento radicale. Ma questa lotta non è che un fallimento e cozza contro una società che rifiuta chi non si adegua alle sue regole e non rispetta le sue leggi le quali scaturiscono dalle pietre e non dalla ragione e dalla morbidezza del cuore. La religione, i riti antichi, la tradizione, il legame con la famiglia, il ricordo degli amici, gli affetti più comuni fanno in modo che colui che è costretto a partire non fa altro che sognare il giorno del ritorno. Cosicché l’integrazione dell’emigrato in una terra lontana e straniera è difficile se non addirittura impossibile. Per la realizzazione del cortometraggio con Calvetta ha collaborato Ascanio Celestini con la sua voce narrante e Massimiliano Curcio con la fotografia e il montaggio. Tutto il lavoro si è svolto negli intervalli, recuperando il tempo libero e non ha comportato un gran dispendio di tempo e di danaro. Forse per questo motivo merita maggiormente di essere ammirato e apprezzato perché sta a dimostrare che, anche se dietro tutto questo non c’è una casa di produzione, si possono ugualmente perseguire obiettivi ambiti e degni di ammirazione.