Si è concluso con 12 condanne e due assoluzioni il processo scaturito dall’operazione “Prime leve”, messa a segno nel 2016 contro giovani affiliati alla cosca Giampà di Lamezia Terme. La sentenza, emessa dal Tribunale di Catanzaro, prevede pene che vanno dai 10 ai 4 anni di carcere. In particolare, sono stati condannati Vincenzo Giampà detto “Il Camacio” a 5 anni e 4 mesi (4mila euro di multa); Roberto Castaldo a 10 anni, a 8 anni sono stati condannati Eugenio Giampà, Gregorio Scalise, Giuseppe Paone e Francesca Allegro; Michele Muraca è stato condannato a 6 anni (6mila euro di multa); Marco Francesco De Vito a 9 anni e 4 mesi; Danilo Cappello detto “Kirbi” a 8 anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici; Andrea Mancuso a 4 anni e 3 mesi (4mila euro di multa); Vincenzo Vigliaturo a 4 anni e 3 mesi (4mila euro di multa) e Maria Muraca a 7 anni e 4 mesi. Sono stati invece assolti Francesco Renda e Claudio Paola.
I giudici catanzaresi hanno assolto anche Eugenio Giampà solo per i capi 2 e 3 e 4 e condanno per il capo 1 (associazione mafiosa), Vincenzo Giampà assolto dal capo 1 (associazione mafiosa) e condannato per il capo 5 (estorsione) e Danilo Cappello assolto, invece, per il capo 11 (estorsione). Per quanto riguarda il risarcimento delle parti civili è stato quantificato in 20mila euro per la Regione Calabria e il Comune di Lamezia Terme e 10mila euro all’Ala, previsti anche 1.600 euro per il risarcimento delle spese processuali.
Tra i reati contestati agli imputati dall'accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerose estorsioni ai danni di esercizi commerciali ed imprenditori di Lamezia Terme, nonché di atti intimidatori consistiti nel posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi delle attività commerciali e di danneggiamenti con l'utilizzo di ordigni esplosivi.
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