Per il momento, in buona parte hanno trovato rifugio in un capannone comunale nei pressi del complesso industriale, dismesso della cantina Cirovin, e altri in locali messi a disposizione da privati. I cani che sono stati slavati dal violento nubifragio che s’è abbattuto pure su Cirò Marina nella mattinata di venerdì, sono finalmente in un posto sicuro. A correre in aiuto dei circa 250 cani che rischiavano di affogare, anche carabinieri e volontari. Per qualcuno si sono rese necessarie le cure che sono state prestate dal dottor Giuseppe Bruno.
La sistemazione, in via Mandorleto, da parte del Comune è provvisoria mentre l’avventuroso salvataggio ha riportato a galla le polemiche sulla presenza dei cani nella struttura gestita dall’associazione Argo, in località Feudo: in mezzo, ad una zona vinicola di pregio; come ribadisce il responsabile dell’ufficio tecnico, l’ing. Giuseppe Marino «senza autorizzazione» e, soprattutto, ricadente in una zona classificato a rischio R3. Quanto alto sia il pericolo alluvionale di quell’area, lo dimostrano i vari episodi in cui la struttura è stata sommersa dall’acqua, intrappolando i poveri animali. Per portarli via, venerdì scorso, i vigili del fuoco sono ricorsi ad un gommone ma tanti volontari si sono immersi nel fango che superava la cintola.
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