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Strongoli, demolito un chiosco realizzato abusivamente dal figlio del boss

Il commissario Campini con i carabinieri sul luogo della demolizione

Ruspe in azione sul lungomare di Strongoli per la demolizione di un chiosco del figlio del boss Giglio. La struttura in cemento, legno e laminato, adibita a bar, venne realizzata più di due anni fa abusivamente lungo viale Magna Grecia dal 25enne Giuseppe Giglio, figlio del capo 'ndrina Salvatore ed arrestato insieme al padre, al fratello Vincenzo ed alla madre, nel corso dell'operazione “Stige” del 9 gennaio scorso.

Del chiosco balneare si parla nella stessa inchiesta antimafia venuta alla luce dieci mesi fa con l'esecuzione di 170 fermi di altrettante persone considerate affiliate o colluse con la cosca Farao-Marincola di Cirò ed i clan alleati come i Giglio di Strongoli.

Per la Dda che ha disposto la demolizione del manufatto, Giuseppe Giglio avrebbe brigato con l'ex sindaco Michele Laurenzano (a sua volta coinvolto in Stige), per modificare il Piano Spiagge, in modo da evitare l'eventuale abbattimento del chiosco realizzato in difformità della norme edilizie.

Ma l'abbattimento del manufatto è in corso con le operazioni coordinate direttamente dal commissario prefettizio.

Il viceprefetto Umberto Pio Campini dirige la terna che dallo scorso maggio amministra il Comune di Strongoli dopo lo scioglimento degli organismi elettivi per infiltrazioni mafiose.

In viale Magna Grecia dove vigilano i carabinieri, sono all'opera i mezzi della ditta Socea, incaricata di demolire anche quello che resta dell'altro chiosco abusivo realizzato da Giuseppe Giglio su viale Cimitero. Di quest'altra struttura rimane ben poco, essendo stata stata bruciata nella notte tra il 27 e 28 agosto scorsi.

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