Catanzaro, Crotone, Vibo

Sabato 23 Novembre 2024

'Ndrangheta e appalti nella sanità: 24 arresti a Catanzaro e Lamezia. C'è pure l'ex deputato Galati - I nomi

Ventiquattro arresti a Catanzaro e Lamezia e beni sequestrati per 10 milioni di euro: è questo il risultato dell'operazione "Quinta Bolgia" eseguita dalla guardia di Finanza nei confronti di persone considerate appartenenti a una cosca di ’ndrangheta e di pubblici amministratori. Agli arresti domiciliari anche l'ex deputato Giuseppe Galati, finito ai domiciliari. Le 24 ordinanze di custodia cautelare (12 in carcere e 12 agli arresti domiciliari) e il il sequestro sono stati eseguiti dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica - Dda di Catanzaro, con il supporto dello Scico di Roma. Le indagini riguardano, tra l'altro, l'affidamento del controllo dei servizi di ambulanze e pompe funebri tra Catanzaro e Lamezia Terme dal 2010 ad oggi. Il primo filone d’indagine, condotto dal Gico di Catanzaro, riguarda l’individuazione, ricostruzione e disarticolazione di due sottogruppi di ‘ndrangheta operanti nel territorio di Lamezia Terme e riconducibili alla cosca confederata degli “Iannazzo-Cannizzaro-Daponte”. Tali contesti malavitosi sono stati individuati in relazione a due gruppi imprenditoriali ‘ndranghetistici che operavano anche avvalendosi del potere intimidatorio promanante dalla notoria appartenenza alla criminalità organizzata dei loro compartecipi, di fatto realizzando nel corso degli anni un assoluto monopolio, nel redditizio settore delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue e altro ancora. Il primo di essi, denominato “Gruppo Putrino”, è riuscito sin dal 2009 ad acquisire una posizione di dominio nello specifico mercato, aggiudicandosi la gara di appalto relativa alla gestione del servizio sostitutivo delle ambulanze del “118” bandita dall’Asp di Catanzaro. Dal 2010 e sino al 2017, il gruppo imprenditoriale ‘ndranghetistico ha continuato a operare in assenza di una gara formale, a seguito di plurime, reiterate oltre che illegittime proroghe, in alcuni casi addirittura tacite, ottenute in considerazione dei privilegiati rapporti tra i vertici del gruppo criminale e numerosi appartenenti di livello apicale dell’Asp di Catanzaro all’epoca in servizio, tra i quali Giuseppe Perri (già commissario straordinario e poi direttore generale sino all’agosto 2018) e Giuseppe Pugliese (già direttore amministrativo sino all’ottobre 2017), e ancora in servizio quali Eliseo Ciccone (già responsabile suem “118” ed ora destinato ad altro incarico) nei cui confronti vengono contestati plurimi episodi di abuso d’ufficio. Analoghe condotte, con l’aggravante della finalità mafiosa, vengono contestate anche a due esponenti storici della politica lametina, che hanno rappresentato l’anello di congiunzione tra il contesto ‘ndranghetistico e la dirigenza Asp coinvolta. Il primo, Giuseppe Galati, già più volte parlamentare e componente, con incarichi di assoluto rilievo, di tre compagini di governo delle passate legislature. Il secondo, Luigi Muraca, 50 anni, ex consigliere del comune di Lamezia Terme, sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2017. Sempre nel 2017 il soggetto imprenditoriale Putrino veniva colpito da un provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla Prefettura di Catanzaro che comprometteva la prosecuzione del delicato servizio pubblico affidatogli. In tale momento storico si inseriva il secondo sottogruppo di ‘ndrangheta, denominato “gruppo Rocca”, anch’esso operante negli stessi settori economici che, forte della illecita concorrenza con cui era stato conquistato il mercato insieme al “gruppo Putrino” in danno di tutti gli altri operatori economici del settore che illegalmente erano stati posti fuori dal libero mercato, iniziava ad operare nel delicato quanto importante servizio pubblico quale capofila di una associazione temporanea di scopo. Le indagini, che hanno beneficiato di puntuali riscontri anche dalle dichiarazioni di numerosi e affidabili collaboratori di giustizia, hanno consentito di delineare una situazione di assoluto allarme sociale nel nosocomio di Lamezia Terme ove, specie all’interno del reparto di pronto soccorso, gli accoliti dei due gruppi criminali hanno imposto un controllo totale occupando in modo militare gli spazi, instaurando un regime di sottomissione del personale medico e paramedico operante. In tal senso, le attività investigative svolte dalla Guardia di Finanza hanno fatto emergere che i dipendenti dei due gruppi imprenditoriali hanno la disponibilità delle chiavi di alcuni reparti dell’ospedale, la possibilità di consultare i computer dell’Asp onde rilevare dati sensibili in merito a degenti, l’ingresso nel deposito farmaci dedicato alle urgenze del pronto soccorso, situazione questa ben nota alla dirigenza dell’Azienda sanitaria. In tale filone sono stati sottoposti a misura cautelare 19 persone nei cui confronti vengono contestate a vario titolo le condotte di associazione di stampo mafioso, delitti contro la pubblica amministrazione, l’industria e il commercio anche in forma aggravata. In materia di cautela reale si è proceduto con il sequestro preventivo ai sensi della normativa antimafia e della responsabilità “parapenale” delle società ed enti dell’intero complesso aziendale delle sei società-enti riconducibili ai due sottogruppi di ‘ndrangheta per un valore complessivo di 10 milioni di euro. Tra questi spiccano le società operanti tanto nel servizio sostitutivo delle ambulanze pubbliche che delle onoranze funebri compreso due “case funerarie”. Il secondo filone dell’indagine, condotto dal gruppo Tutela spesa pubblica sempre del nucleo di Catanzaro, riguarda condotte illecite perpetrate nell’affidamento e nella gestione del “servizio autombulanze occasionale e su chiamata” gestito dall’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Tale vicenda si colloca temporalmente in concomitanza con l’emissione dell’interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Catanzaro nei confronti del “gruppo Putrino” e la successiva assegnazione in estrema urgenza del servizio autoambulanze occasionale e su chiamata al “gruppo Rocca”. Nel novembre 2017, infatti, a seguito del provvedimento interdittivo emesso dalla Prefettura di Catanzaro nei confronti della “Croce Rosa Putrino”, il servizio di autoambulanze dell’Asp di Catanzaro era stato affidato con procedura di “estrema urgenza” (ossia senza bando di gara) ad un’associazione temporanea di scopo (Ats), con a capofila la “Croce Bianca Lamezia”, associazione di fatto del “gruppo Rocca” per il tramite di Tommaso Antonio Strangis. Le indagini hanno fatto emergere un’allarmante carenza tecnica e organizzativa in capo all’Ats, che aveva dato esecuzione al servizio con ambulanze non adeguate da un punto di vista meccanico (freni e luci non funzionanti, cambio difettoso, problemi alla frizione, revisioni non effettuate) e non provviste di adeguate dotazioni elettromedicali (non munite di termoculla per il trasporto di neonati, ossigeno scaduto o non presente). non meno preoccupante è quanto emerso in merito alla circostanza dell’impiego di personale non qualificato e non provvisto delle adeguate abilitazioni professionali. Grazie ad accordi corruttivi conclusi con i tre dirigenti dell’Asp catanzarese (Eliseo Ciccone, Giuseppe Luca Pagnotta e Francesco Serapide), l’associazione aveva ottenuto le certificazioni di qualità richieste per l’affidamento del servizio autoambulanze sulla base di una semplice verifica documentale, senza le necessarie operazioni di riscontro fisico dello stato dei mezzi, delle dotazioni e delle strutture aziendali. Allo stesso modo, l’Ats “Croce Bianca” era poi riuscita a ottenere non solo la concessione iniziale, ma anche la proroga del servizio, entrambe ufficialmente concesse per ragioni di “estrema urgenza”, in attesa che l’Asp di Catanzaro perfezionasse un accordo quadro per l’appalto del servizio ambulanze. In questo contesto, sono stati tratti in arresto Tommaso Antonio Strangis e Italo Colombo, quest’ultimo amministratore di fatto dell’Ats, ed Eliseo Ciccone, Giuseppe Luca Pagnotta e Francesco Serapide, rispettivamente dirigente e funzionari dell’Asp di Catanzaro. A loro carico, tutti sottoposti agli arresti domiciliari, sono ascritti a vario titolo episodi di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso, rivelazione di segreto d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture. Due persone, Tommaso Antonio Strangis ed Eliseo Ciccone, sono stati raggiunti da entrambe le ordinanze, avvalorando quanto emerso dalle indagini, dirette da questo ufficio e svolte dalla guardia di finanza, circa la stretta connessione tra fenomeni tipici della criminalità organizzata e l’infiltrazione nella pubblica amministrazione. La complessiva ed articolata esecuzione, condotta grazie all’ausilio determinante anche dei gruppi territoriali di Catanzaro e Lamezia Terme e del nucleo di polizia economico-finanziaria di Udine, ha visto l’impiego di circa 200 finanzieri, l’effettuazione di numerose perquisizioni e il sequestro di sei società. Ecco i nomi degli arrestati PRIMO FILONE "GERIONE" CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE 1. Pietro PUTRINO , 73 anni, di Lamezia Terme; 2. Diego PUTRINO , 36 anni, di Lamezia Terme; 3. Diego PUTRINO , 51 anni, di Lamezia Terme; 4. Vincenzo TORCASIO detto “Enzino”, 38 anni, di Lamezia Terme; 5. Silvio ROCCA, 61 anni, di Lamezia Terme; 6. Pietro ROCCA, 63 anni, di Lamezia Terme; 7. Ugo Bernardo ROCCA, 33 anni, di Lamezia Terme; 8. Pietro FERRISE, 59 anni, di Lamezia Terme; 9. Alfredo GAGLIARDI , 40 anni, di Lamezia Terme; 10. Tommaso Antonio STRANGIS, 53 anni, di Lamezia Terme; 11. Franco Antonio DI SPENA detto “Tony”, 45 anni, di Lamezia Terme; 12. Pasquale REILLO, 52 anni, di Lamezia Terme; ARRESTI DOMICILIARI 13. Roberto Frank GEMELLI , 54 anni, di Lamezia Terme; 14. Sebastiano Felice Corrado MAUCERI, 56 anni, di Lamezia Terme; 15. Giuseppe GALATI, 57 anni, di Lamezia Terme; 16. Luigi MURACA, 50 anni, di Lamezia Terme; 17. Giuseppe PUGLIESE, 50 anni, di Crotone; 18. Giuseppe PERRI, 65 anni di Falerna; 19. Eliseo CICCONE, 65 anni, di Catanzaro.   SECONDO FILONE "CARONTE" ARRESTI DOMICILIARI 1. Tommaso Antonio STRANGIS, 53 anni, di Lamezia Terme; 2. Italo COLOMBO, 48 anni, di Catanzaro; 3. Eliseo CICCONE, 65 anni, di Catanzaro; 4. Giuseppe Luca PAGNOTTA, 45 anni, di Montepaone; 5. Francesco SERAPIDE, 45 anni, di Catanzaro.

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