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Uccise due persone e ne ferì tre fra Nicotera e Limbadi: giudizio immediato per Olivieri

Giudizio immediato per Francesco «Ciko» Olivieri, l’uomo che nel maggio scorso ha ucciso due persone e ferite altre 3 tra Nicotera e Limbadi. Il gip di Vibo Valentia, infatti, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Concettina Iannazzo per evidenza della prova fissando la prima udienza, davanti la corte d’Assise di Catanzaro, al 19 febbraio 2019.

A pesare sulla decisione del pm, oltre alle indagini dei carabinieri - che hanno fatto luce su quanto avvenuto tra Limbadi e Nicotera l’11 maggio scorso - anche le dichiarazioni rese dall’indagato che ha ammesso di essere l’autore degli omicidi di Giuseppina Mollese e Michele Valarioti, avvenuti nelle rispettive abitazioni a Nicotera, mentre altre tre persone sono riuscite a scampare alla morte nel corso della sparatoria avvenuta nel bar di Limbadi pochi minuti prima del duplice omicidio. Un’azione di morte che Olivieri non è riuscita a completare per l’intervento dei carabinieri: sulla sua lista c'erano infatti almeno altre tre persone.

L’indagato - già noto alle forse dell’ordine e ritenuto dagli investigatori vicino alla cosca Mancuso, all’ala che faceva capo al neo-pentito Emanuele Mancuso, figlio del boss Pantaleone detto «l'Ingegnere» - dopo essersi nascosto per tre giorni, verso le 23 del 14 maggio, si era presentato al carcere di Vibo per costituirsi ed essere interrogato alla presenza del proprio legale di fiducia, l'avvocato Francesco Capria, rivelando che il raid di morte rappresentava una vendetta verso una serie di personaggi che avevano avuto a che fare, secondo la sua personale interpretazione, con la morte di un suo fratello, avvenuta anni addietro. L’avvocato Maria Concetta Marrella rappresenterà, in qualità di patrono di parte civile, la famiglia Valarioti al processo.

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