A un anno dall’operazione dei carabinieri che svelò la tratta di nigeriane costrette a prostituirsi a Lamezia Terme, gli atti tornano in Procura. Lo ha deciso ieri il gup del Tribunale di Catanzaro davanti al quale sarebbe dovuta iniziare l’udienza preliminare a carico di 6 persone accusate, a vario titolo di gestire, il traffico. Accogliendo le eccezioni sollevate dal collegio difensivo il gup ha eccepito la nullità dell’avviso di conclusione delle indagini perché non è stato tradotto in inglese.
A questo punti gli atti dovranno tornare sulla scrivania del sostituto procuratore titolare del fascicolo che dovrà emettere un nuovo avviso di conclusione delle indagini. Sotto inchiesta sono finiti: Ifueko Aiyamekhe, “madam” sul territorio di Lamezia; Osagie Omoregie, compagno di Ifueko, e impegnato nell’intrattenere i contatti con Nigeria e Libia; Silvia James Ekuaze, “madam” sul territorio di Lamezia; Joy Enoma, “madam” ad Amantea; Gift Idahos, “madam” a Rosarno; e Vincenzo Criserà, lametino di 71 anni ritenuto un fiancheggiatore.
Devono rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, acquisto e alienazione di schiavi, immigrazione clandestina, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione con l’aggravante della transnazionalità.
Leggi l’articolo completo su Gazzetta del Sud – edizione Catanzaro in edicola oggi.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia