I ringraziamenti per gli inquirenti, che hanno chiuso il cerchio intorno all’omicidio di Francesco Rosso con l’arresto dei presunti mandanti del delitto, ma anche l’occasione per ribadire la propria versione dei fatti rispetto a quanto accaduto negli anni tra la famiglia del macellaio e quella di Evangelista Russo, accusato di essere il mandante del delitto avvenuto a Simeri Mare il 14 aprile 2015 (a settembre erano stati arrestati i quattro componenti del gruppo di fuoco). La famiglia della vittima, infatti, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola, non ha dubbi sul fatto che sia stato Evangelista Russo a «covare un odio sempre più forte», per quella lite iniziata nel 1999 per un terreno, fino ad un primo tentativo di omicidio, poi derubricato a lesioni gravi, nei confronti del padre di Francesco Rosso. La famiglia del giovane macellaio ha evidenziato che una possibile «pena esemplare», nel primo tentativo di omicidio, avrebbe forse permesso di scrivere una pagina diversa. La famiglia ha voluto, comunque, ringraziare «la Procura della Repubblica di Catanzaro e l’Arma dei Carabinieri del Comando di Sellia Marina per avere consegnato alla giustizia gli autori di questo terribile misfatto». L’operazione, ha evidenziato la famiglia Rosso, «ha riscosso il plauso non solo della comunità locale dove risiedeva il compianto Francesco, ma l’intera regione».