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Macabra scoperta sulla spiaggia di Pizzo, trovato un delfino decapitato

Decapitato e con diversi tagli lungo il corpo. Questo è quanto rimasto della carcassa di un delfino rinvenuto spiaggiato oggi pomeriggio sulla spiaggia di località Savelli. Una brutalità che non avrebbe alcuna spiegazione plausibile o logica, se non la fondatezza di un atto crudele ai danni del cetaceo.

Una volontà ad infierire sull’esemplare che altri non è che una comune stenella, di quelle che è facile ammirare nel mare vibonese, perché è la specie di delfino più comune e più diffusa. Alle porte del Natale la brutalità e la ferocia sono state di casa sul tratto di litorale napitino.

Al cetaceo, infatti, è stata chiaramente mozzata la testa e sono ancora ben visibili profondi tagli laterali, tanto da causare la fuoriuscita dell’intestino. Un atto decisamente crudele, perché presumibilmente avvenuto dopo lo spiaggiamento che per il naturalista Pino Paolillo non sarebbe da addebitare ad alcuna collisione con alcuna imbarcazione. E contro il povero animale spiaggiato qualcuno si è accanito.

«Nel caso di specie - sostiene Paolillo - si tratta di un esemplare adulto di stenella, detto anche delfino striato per via delle striature presenti sui fianchi. È la specie di delfino più comune nei nostri mari, che mostra un atteggiamento confidente nei confronti dell'uomo, tanto da precedere spesso la prua delle imbarcazioni. Si possono osservare branchi costituiti da numerosi individui. Le sue prede preferite sono i molluschi cefalopodi e alcune specie di pesci».

Dunque, in merito alla sua decapitazione «a giudicare da un esame sommario, il cetaceo è morto da qualche giorno. E, oltre all’evidente decapitazione si nota anche una lunga ferita da taglio sul fianco sinistro e la fuoriuscita dei visceri, come se qualcuno avesse voluto infierire sulla povera carcassa. Purtroppo non è la prima volta che mi tocca assistere a questo scempio. In circa trent'anni di monitoraggio degli spiaggiamenti di cetacei mi è capitato spesso di ritrovare Stenelle o Tursiopi con la coda tagliata di netto. Ricordo che di una Stenella a Parghelia, si era spiaggiata solo la testa».

Nella sua lunga esperienza il naturalista napitino ha visto di tutto ed in particolare sui delfini, raccapriccianti i rinvenimenti di esemplari seviziati o altri episodi di mutilazioni. «Non so spiegarmi il motivo - chiosa, infine - se non che qualcuno abbia voluto infierire perché incidere la regione addominale e decapitarlo e tagliarlo lateralmente, fa trapelare esclusivamente odio. Naturalmente sono mie ipotesi ma, per uno che ama gli animali questo è davvero inconcepibile. Agire così su un animale indifeso non ha spiegazioni, nemmeno apparenti».

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