Catanzaro, Crotone, Vibo

Sabato 23 Novembre 2024

Blitz di 'ndrangheta nel Crotonese, alleanze fra i clan con i riti di affiliazione

La guerra di mafia pronta a scoppiare, i traffici illeciti, i rapporti di forza fra clan ma anche i riti di affiliazione, non lontani da quelli religiosi, che stanno alla base dei legami fra cosche. Dall'operazione "Tisifone", l'indagine della polizia, coordinata dalla Dda di Catanzaro, contro le cosche del Crotonese, che ha portato ieri a 21 arresti, emergono scenari inquietanti. In carcere sono finiti elementi di spicco dei clan di Isola Capo Rizzuto, Crotone e Petilia Policastro accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, tentata rapina, incendio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni. L'inchiesta ha documentato i rapporti intercorsi tra le diverse famiglie di 'ndrangheta e in particolare con la cosca Megna di Papanice e con le cosche del Petilino e i riti di affiliazione finalizzati al rafforzamento delle organizzazioni criminali. In particolare, oltre agli "affari" tra i Nicoscia la cosca Megna, con l'estorsione e l'imposizione di un servizio di sicurezza e guardiania ai danni di un noto locale sito a Le Castella, ha rivelato anche la celebrazione di diversi riti di affiliazione, che hanno visto partecipare secondo precisi rituali, i vertici di clan come Grande Aracri, Arena, Gentile, Lentini. Dal lavoro degli inquirenti si è materializzato così un groviglio criminale di nuove alleanze, nuovi equilibri creati o che si stavano creando che hanno fatto emergere soprattutto le tensioni dettate dalla volontà di imporre potere e controllo sul territorio. In particolare sono scaturiti due fronti contrapposti: da un lato i Capicchiano, con a capo Salvatore Capicchiano desiderosi di affermare il loro monopolio nella gestione del settore delle gioco illegale mediante l'imposizione e la gestione delle loro slot machine in diversi bar ed esercizi commerciali; dall'altro i Nicoscia con al vertice Antonio, figlio di Pasquale alias "macchietta" e ancora i Manfredi e i Gentile. La conseguenza di questi attriti è stata un'escalation di violenza che ha visto entrambe le parti contrapposte, in diverse occasioni, ipotizzare di pianificare omicidi ai danni della fazione opposta sventati solo grazie all'intervento della polizia.

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