«Da mesi sono costretto a dormire all’interno dei locali della mia azienda. Dopo le intimidazioni subite non ho altre alternative per difendere i sacrifici di una vita». Pesano come macigni le parole pronunciate da uno dei tanti operatori commerciali finiti nel mirino della criminalità organizzata a Vibo. Anche se con una certa titubanza, non hanno paura di parlare altri imprenditori che nel corso degli ultimi mesi sono stati duramente spaventati dalle pistolettate degli ambasciatori della criminalità organizzata. Più di tutti sceglie di liberarsi dalla paura che sta vivendo dal mese di agosto Mimmo Fiorillo, proprietario della Kernel, azienda leader nel settore informatico con due sedi all’interno dell’area industriale e sulla strada statale 18. L’area industriale, raccontano in un ampio servizio sulla Gazzetta del Sud in edicola, dopo una certa ora diventa terra di nessuno. Una “landa” deserta, priva di videosorveglianza. Dello stesso tenore la testimonianza di Costantino Foti, proprietario di un’importante azienda che opera da decenni nel settore della vendita di materiale edile. "Siamo in tanti – rimarca – ad avere paura di operare in questa zona. Anche la mia azienda ha subito ben quattro intimidazioni". Racconta il suo “calvario”, segnato da oltre 30 intimidazioni anche l’ex presidente di Confindustria e titolare, insieme ai fratelli della società Metal sud, Domenico Arena. La paura c’è ed è palpabile per molti degli imprenditori che operano nel territorio vibonese anche se alcuni provano a farsi coraggio da soli: «Andiamo avanti. Ci sentiamo tranquilli – dicono – perché non abbiamo fatto del male a nessuno. Certamente non fa piacere essere svegliati durante la notte per incendi o furti ai danni delle nostre attività. Vogliamo solo dire che se ci vengono a chiedere soldi andiamo direttamente dai carabinieri a denunciare».