Ritorna al lavoro, con coraggio e con maggiore consapevolezza del rischio corso. Con le stampelle, ma con la schiena dritta, Maurizio Mazzotta ieri mattina ha riaperto la saracinesca della sua attività in viale Affaccio. Per una manciata di minuti si è ritrovato nella stessa posizione di alcuni giorni fa quando un uomo gli si è avvicinato sparandogli contro tre colpi di pistola. Questione di un momento, poi a testa alta l’ingresso nell’Idrocolor l’esercizio commerciale che ha faticosamente messo su e che non intende fermare perché unica fonte di sostentamento per lui e per la sua famiglia. «Sono intenzionato ad andare avanti – dice Mazzotta – perché sono sicuro di aver agito sempre correttamente e di aver fatto bene il mio lavoro. Quanto accaduto a me e ad altri miei colleghi ha in un certo qual modo “svegliato” la società civile che si sta muovendo. Purtroppo lo stesso non posso dire delle associazioni di categoria. Il loro silenzio continua a essere assordante». Ciò nonostante Mazzotta – che ha ricevuto la solidarietà dell’intera Francica e conta sulla vicinanza delle forze dell’ordine – guarda al futuro. Non solo della sua attività, ma del territorio. Un futuro libero dalla richiesta del pizzo, libero dal giogo del racket. Per questo motivo, dopo essersi sentito con altri imprenditori e commercianti che si trovano nelle sue stesse condizioni, Mazzotta annuncia che lavorerà alla nascita di un’associazione delle vittime del racket «perché solo così – spiega – possiamo spezzare le catene della criminalità. Fare rete, stare insieme, è questa la nostra forza. Leggi l’articolo completo su Gazzetta del Sud – edizione Catanzaro in edicola oggi.