«È sotto gli occhi di tutti che l'inserimento dell'ospedale di Lamezia Terme nell'Azienda unica va a complicare le cose. L'integrazione doveva riguardare solo Pugliese-Ciaccio e Mater Domini». È chiaro e consapevole, il commissario ad acta al Piano di rientro Saverio Cotticelli, quando lascia intendere che la legge approvata non avrà vita facile. Il rischio che sia impugnata dal Governo è alto. E come non potrebbe esserlo, visto che prevede la fusione di entità diverse, due aziende ospedaliere e un ospedale spoke peraltro ubicato a 40 chilometri di distanza? «In commissione non si è parlato di Lamezia», ricorda Cotticelli riferendosi alla sua audizione in Commissione sanità del Consiglio regionale, dove parlò di «giornata storica» a proposito dell'accordo raggiunto sulla fusione di Mater Domini e Pugliese-Ciaccio «perché per la prima volta si è dato il via libera a una legge che sancisce la fusione di due strutture per creare un imponente polo ospedaliero», Due strutture dunque, non tre. «La legge approvata dall'Aula, invece, sarebbe un suicidio per Lamezia», osserva, consapevole che lo ”spoke” della Piana verrebbe fagocitato dalle due aziende ospedaliere. Reduce da una serie di incontri ministeriali, il commissario nominato dal Governo centrale è preoccupato. Immagina che Roma non possa avallare una legge che non esita a definire «un papocchio» proprio per la fragilità dell'impianto giuridico fondato sulla commistione tra enti di natura diversa. Adesso però è Cotticelli a dire: il re è nudo. La legge così com'è è fragilissima. Certo può essere modificata ma si perderà altro tempo prezioso. Il commissario sul punto non si esprime ma è verosimile che già dai tavoli ministeriali abbia ricevuto segnali inequivocabili. Leggi l’articolo completo su Gazzetta del Sud – edizione Catanzaro in edicola oggi.