Nella regione delle opere incompiute, dei fondi strutturali dilapidati o inutilizzati, degli stipendi d'oro e degli sperperi istituzionali certificati dalla Corte dei conti, c'è, di converso, un'enclave silenziosa che la notte non dorme per la paura del domani. Paura che i soldi non bastino per tirare avanti dovendo «prendersi cura del proprio caro con patologie gravissime».
Sono i familiari delle persone affette da disabilità che le rendono non autosufficienti, soggetti che si sentono «dimenticati e offesi» perché le risorse che il Governo invia alla Regione per il loro sostegno «non vengono assegnate agli aventi diritto nelle tempistiche giuste e l'assegno erogato, quando viene dato, è di soli 600 euro, una vergogna!».
A dare voce al disagio, spesso disperato, dei familiari dei disabili di fronte all'asserito «muro di gomma e indifferenza da parte delle istituzioni calabresi» è Marina Mercurio, componente del direttivo dell'associazione “Amici di Nicola” e di altre due associazioni nazionali che si occupano di non autosufficienza. Dopo i molti appelli rivolti alle istituzioni e la presa d'atto che «ci ha risposto il Governo, mentre la Regione Calabria continua sulla sua strada di indifferenza», l'associazione invoca il diretto intervento dell'esecutivo nazionale. «Cosa chiediamo? Il sacrosanto diritto di far sbloccare il fondo per la non autosufficienza (Fna) fermo all'anno 2014 mentre le altre Regioni hanno erogato il 2017 e alcune il 2018».
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