Furti di bestiame e attrezzi agricoli, a Roccabernarda un'associazione parallela alla mafia: 10 indagati
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Petilia Policastro e quelli della Stazione di Roccabernarda hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone nell’ambito del procedimento penale iscritto a seguito di uno stralcio dell’operazione «Trigarium» (eseguita lo scorso 30 luglio e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro), a dieci indagati, di cui cinque già detenuti nell’ambito proprio dell'operazione antimafia Trigarium. L’operazione, coordinata dalla Procura di Crotone, ha evidenziato l’esistenza, sul territorio di Roccabernarda di un’associazione per delinquere parallela a quella di tipo mafioso, che, tra luglio e novembre 2014, ha commesso numerosi furti e ricettazioni di bestiame, prodotti e attrezzature agricole, ai danni di 13 agricoltori e tre aziende. Le due associazioni, pur distinte, vedono entrambe a capo Antonio Santo Bagnato. L'avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica di Crotone, nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta associazione dedita al furto di bestiame ed attrezzi agricoli è stato notificato dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Petilia Policastro anche cinque persone già arrestate il 30 luglio nell'ambito dell'operazione Antimafia Trigarium. Si tratta di: Antonio Santo Bagnato, Maurizio Bilotta, Domenico Iaquinta, Antonio Marrazzo, Emanuele Valenti Carcea. Sono tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata a furti e ricettazione di bestiame, prodotti e attezzature agricole, ai danni di 13 agricoltori e tre aziende della zona. Gli stessi reati sono contestati ad altre cinque persone attualmente a piede libero.