Nonostante l'approvazione unanime della sua legge istitutiva in Consiglio regionale, l'integrazione delle due Aziende ospedaliere di Catanzaro, Pugliese-Ciaccio e Mater Domini, sembra finita su un binario morto. Della stipula del protocollo d'intesa tra Regione e Università, necessaria per definire come sarà il fantomatico hub integrato a livello di organizzazione e reparti, non se ne parla proprio. L'Università continua a tacere come se la fusione non la riguardasse, preferendo negoziare in sede politica la sopravvivenza delle sue scuole di specializzazione. Del resto non è un mistero che il policlinico Mater Domini non veda di buon occhio un accorpamento che comporterebbe il suo coinvolgimento nell'attività di emergenza-urgenza. Il personale del Policlinico dovrebbe sobbarcarsi il peso dell'attività di pronto soccorso, che oggi è tutta sostenuta dal Pugliese-Ciaccio con grande sforzo e pochi medici. Una situazione ingestibile, che si è toccata con mano giovedì 25 aprile, quando la chiusura mattutina dell'ambulatorio del Ps del Pugliese dedicato ai cosiddetti “codici bianchi” (i malati meno gravi) ha determinato un intasamento insostenibile, con ricadute anche sulla gestione degli altri “codici colore”. È emersa la vistosa carenza di medici, visto che a fronte dell'assunzione di svariati infermieri ed Oss, i “camici bianchi” restano in numero inadeguato. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud - edizione di Catanzaro in edicola.