Cancelli sbarrati. Le aree archeologiche di Vibo restano ancora inaccessibili. Ancora, per l'appunto. Dopo che la scorsa stagione estiva l'aspettativa di vedere il completamento dei lavori per la realizzazione del Parco Archeologico Hipponion-Vibo Valentia era stata drasticamente infranta dalle vicende burocratiche che hanno impedito la consegna dell'opera.
I progetti, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, sono finalizzati alla valorizzazione di buona parte del patrimonio storico e culturale del capoluogo, tra cui il sito di località Cofino dove sono stati portati alla luce i resti del tempio di Persefone.
Analoga la sorte che è toccata all'area di Sant'Aloe, con la differenza che operazioni di ripristino e riqualificazione dell'area dei mosaici di epoca romana sono state effettuate in periodi diversi (si è iniziato a mettere mano nel 2016) e, inoltre, a prevederle era un ulteriore progetto, da realizzare con i fondi Por Calabria Fesr 2007-2013.
Altro sito che deve essere inserito in un percorso nella storia della città attraverso svariate tappe - tra cui anche il parco delle Rimembranze e il castello di Bivona - altro capitolo: le Mura greche. Anche il monumentale tratto murario risalente al periodo magnogreco non è visitabile. L'ultima volta che il cancello si è aperto per ospitare una visita guidata risale allo scorso settembre per iniziativa del Rotary Club.
Questo in particolare è uno dei siti archeologici che di più ha subito l'incuria nel corso degli anni e che in maniera emblematica presenta la questione - ancora irrisolta - della gestione ordinaria di questi luoghi. Si interviene - come è accaduto solo pochi giorni fa - “in emergenza” per sradicare le erbacce dopo aver applicato il diserbante e ridare luce e aria alla cinta muraria. Ma nulla è stato ancora fatto per rendere l'area fruibile in maniera stabile.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia