L'omicidio nella notte a Miglierina, fermato un conoscente della vittima: ucciso dopo una lite
Un chiarimento tra amici, probabilmente per motivi di gelosia, che degenera e finisce con uno dei due a terra, colpito da una coltellata all’addome che si rivelerà mortale. È quanto accaduto a Miglierina, piccolo Comune presilano a pochi chilometri da Catanzaro. A perdere la vita un 50enne, Cesare Falvo, accoltellato da quello che era un suo amico, Giuseppe Arabia, di 30 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine. All’origine della discussione degenerata in omicidio ci sarebbe stato il tentativo di Falvo di allacciare una relazione con la compagna di Arabia. Circostanza che gli investigatori stanno cercando di verificare. A segnalare l’episodio ai carabinieri, nella tarda serata di ieri, è il 118, che avverte la sala operativa della Compagnia carabinieri di Catanzaro dell’imminente arrivo in ospedale di una persona accoltellata. La corsa dell’ambulanza si rivelerà comunque vana. Falvo, infatti, muore poco dopo il ricovero. Nel frattempo i carabinieri della Compagnia giungono sul luogo del ferimento, uno spiazzo antistante l’abitazione della vittima. È la compagna di Falvo a dare le prime indicazioni. La donna riferisce che il compagno ha avuto una discussione davanti a casa con un altro uomo che subito dopo il fatto si è allontanato in auto. Queste notizie, insieme ad altre raccolte dagli investigatori nell’immediatezza del fatto, portano i carabinieri ad avviare le ricerche di Arabia. L’uomo, benché viva a Miglierina con la compagna e due figli, è originario di Amato e per i suoi trascorsi è conosciuto bene dal comandante della stazione dei carabinieri di Marcellinara. Il militare si reca nell’abitazione dell’uomo, parla con la compagna e poi contatta telefonicamente il fuggitivo. Quindi instaura con lui un dialogo, lo tranquillizza e infine lo convince a desistere e a farsi trovare. Poco dopo l’uomo viene rintracciato dai militari poco distante da casa. Messo alle strette dai carabinieri, Arabia ammette di essere stato lui a pugnalare Falvo. L’uomo, interrogato in caserma dai militari e dal pm che coordina le indagini, il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Andrea Giuseppe Buzzelli, confessa tutto e dà indicazioni ai militari per trovare l’arma utilizzata, un grosso pugnale da sub con una lama di 20 centimetri, che aveva abbandonato lungo la strada. Sulla base delle dichiarazioni fornite, Arabia viene quindi sottoposto a fermo di indiziato di delitto e condotto in carcere.