Negli uffici si cerca in tutti i modi di andare avanti. Le carenze di medici, infermieri e operatori socio-sanitari pesano come macigni all'interno dell'ospedale Jazzolino e dell'assistenza nel Vibonese.
Ma non sarà facile poter superare lo scoglio del “decreto sanità”, quello attraverso il quale il governo giallo-verde, se da una parte ha ritenuto di correre ai ripari per bloccare lo sfascio esistente all'interno degli ospedali e delle Asp, sul piano strettamente politico invece lo stesso strumento legislativo punta a sottrarre la gestione dei concorsi già avviati all'attuale governatore della Calabria, che si appresta a ricandidarsi per la seconda volta consecutiva e che attraverso i suoi commissari, spazzati via tra l'altro dallo stesso decreto, erano stati già messi in cantiere.
Ad eccezione del settore di emergenza-urgenza tutte le procedure concorsuali sono state bloccate. A farne pesantemente le spese è stata pure l'Asp di Vibo, quella che fino a qualche giorno fa era guidata dalla commissaria Angela Caligiuri.
In questo caso sono rimasti congelati oltre 30 posti per medici, 33 per infermieri e ben 65 per operatori socio-sanitari. Ritardi che andranno ad appesantire ulteriormente le gravi situazioni di disagio esistenti soprattutto all'interno dell'ospedale Jazzolino con interi reparti quasi sguarniti, a cominciare da quello di ortopedia.
Ma non è solo la carenza di medici a dover preoccupare il territorio vibonese. Sull'ospedale Jazzolino incombe il rischio di chiusura per gravissime carenze strutturali al momento ritenuti insanabili. Una situazione preoccupante che rischia di precipitare anche a causa dell'assenza di un vuoto manageriale che potrebbe di fatto accelerare la richiesta di chiusura del vecchio ospedale.
L'articolo completo nell'edizione odierna di Vibo della Gazzetta del Sud.
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