Dopo le grandi operazioni di polizia - partendo da Perseo e Crisalide - che hanno portato agli arresti delle principali cosche mafiose, Lamezia Terme con i suoi commercianti, sebbene viva oggi il terzo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, tirano un respiro di sollievo. Rispetto a 10 anni fa, infatti, quando si registrava una geografia precisa e riconducibile al controllo di alcune famiglie, vi è stato un totale azzeramento, con meno richieste di estorsione agli imprenditori. Ma fatti fuori i vertici delle cosche - riporta la Gazzetta del Sud in edicola -, restano i legami con i più piccoli, dato risultante dalle cosiddette “nuove leve”. Quindi non è finita. Inoltre, a seguito del lavoro fitto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e della Procura lametina, una concatenazione senza precedenti si registra sul piano dei pentiti (ad oggi sono infatti circa 20) le cui dichiarazioni sono utili al presente. Gradualmente i cittadini sono più consapevoli, i giovani si informano e i negozi oggetto di intimidazione mafiosa, dopo la denuncia, continuano ad aumentare i loro fatturati. A raccontare in modo oggettivo le evoluzioni del "pizzo" in città è Maria Teresa Morano, coordinatrice regionale Antiracket, associazione che a Lamezia si è costituita parte civile in molti processi, ha attivo uno sportello settimanale per gli imprenditori ed è il motivo della nascita della Fondazione Trame, il festival sui libri di mafia che quest'anno compie nove anni.