Sono considerati i responsabili del duplice omicidio avvenuto a Taverna il 20 novembre 2006. Un efferato delitto (dopo l'assassinio i corpi furono dati alle fiamme) motivato probabilmente da una faida tra gruppi della 'ndrangheta nella zona di Roccellata di Borgia. Per questo oggi sono stati arrestati due uomini. I carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione oggi ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Catanzaro - Sezione gip su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Salvatore Abbruzzo, 42 anni e Francesco Gualtieri, 39 anni, nell’ambito di un procedimento penale le cui indagini sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dal Procuratore della Repubblica Aggiunto, Vincenzo Luberto, e dal Sostituto Procuratore, Debora Rizza. Il provvedimento ha consentito di individuare i due indagati quali presunti autori del duplice efferato omicidio di Massimiliano Falcone, classe 1974 e Davide Iannoccari, classe 1982, avvenuto il 20 novembre 2006, nel Catanzarese. Nella circostanza, dopo l’uccisione avvenuta nel territorio del comune di Taverna, in provincia di Catanzaro, con l’esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco nei confronti delle due vittime, gli autori del duplice omicidio spostarono successivamente i cadaveri nelle campagne di Sorbo San Basile con l’intento di distruggerli dandoli alle fiamme. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, il movente del grave fatto di sangue sarebbe da ricondurre alla faida tra esponenti di gruppi criminali ‘ndranghetisti attivi nel comune di Roccelletta di Borgia e aree vicine, facenti capo al Gruppo Catarisano e a quello dei Cossari-Falcone, allora in contrapposizione per l’esclusiva affermazione sul territorio di riferimento. L’attività investigativa svolta dal Comando Provinciale di Catanzaro ha permesso di riscontrare con numerosi elementi le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. I soggetti raggiunti dal provvedimento restrittivo si trovavano già in carcere poiché coinvolti nell’ambito dell’operazione denominata “Jonny”, in relazione alla quale, lo scorso 18 giugno, hanno riportato entrambi la condanna, emessa dal Tribunale di Catanzaro, alla pena di 12 anni di reclusione per il reato di associazione di tipo mafioso.