Catanzaro, Crotone, Vibo

Sabato 23 Novembre 2024

Acquaro, continua l’avvelenamento seriale dei cani randagi: morta anche "Lucifera"

Con una spietatezza che si fatica a comprendere, sintomo di un morboso e patologico odio verso le altre specie animali, continua a mietere vittime la riprovevole pratica dell’avvelenamento dei cani randagi ad Acquaro. Ad avere la peggio, nella notte tra domenica e lunedì, una meticcia bianca con delle macchie nere all’occhio che stanziava abitualmente alla via Lucifero (così chiamata dal nome di un’antica famiglia), adottato da tutti i residenti della strada, che se ne prendevano amorevolmente cura dandogli da mangiare e provvedendo alle sue necessità. Un “jolly” che era affezionato a tutti i suoi numerosi padroncini, da cui era contraccambiato, tanto da ricever come nome “Lucifera”, in onore alla via che lo ospitava da qualche anno. Uno sfregio crudele, quello commesso, probabilmente usando bocconi intrisi di vetri o altre sostanze taglienti, stando al fatto che la povera cagnetta ha svegliato i residenti con urla lancinanti ed è spirata, dopo aver sofferto pene atroci - che gli accorsi hanno cercato di mitigare ricorrendo a dei farmaci - vomitando bava e sangue. Una scena agghiacciante, quella che si è presentata ai soccorritori, alcuni dei quali erano talmente affezionati all’animale da non riuscire a smettere di piangere dal dispiacere. Per fortuna, almeno, alla cagna è stata data degna sepoltura, trasportata da uno dei presenti in un luogo di campagna vicino e sotterrata. Meglio è andata ad un altro randagio, anche in tal caso un meticcio, di colore grigio, vittima probabilmente della stessa mano schifosa, il quale, stanziato nella proprietà di un meccanico del luogo, grazie al pronto intervento dello stesso è riuscito ad evitare per la terza volta la morte per avvelenamento. Uno dei soccorritori che ha assistito alla morte di “Lucifera”, infatti, memore del fatto che altre due volte anche questo cane aveva ingerito bocconi avvelenati, è corso a dare l’allarme, riuscendo, con la somministrazione di appositi farmaci, a farlo salvare. I due fatti, per strana coincidenza, sono avvenuti in concomitanza con l’affissione in alcuni punti del paese della fotocopia di un articolo di giornale in cui si parla del reato che si commette nel dare da mangiare agli animali randagi. Ucciderli è un reato ancora peggiore. Ed è punito penalmente.

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