Tracce ematiche davanti al cancello dell'abitazione di Mihai Nutu Apopei, l'operaio di 50 anni di origine romena fermato ieri dai Carabinieri insieme a Ivan Rudic, 34enne serbo, per omicidio in concorso aggravato dai futili motivi e occultamento di cadavere. Le hanno scoperte i Carabinieri che stanno raccogliendo elementi per ricostruire le ultime ore di vita di Consolato Ingenuo, 42 anni, trovato morto mercoledì pomeriggio a lato della Sp26 tra Cereglio e Tolè, frazioni di Vergato sull'Appennino bolognese.
Ora saranno gli specialisti della Sezione investigazioni scientifiche e del Ris di Parma a fare ulteriori accertamenti per capire a chi appartengano le tracce di sangue. Da queste informazioni si potrebbe irrobustire la tesi dei carabinieri secondo la quale il 34enne e il 50enne, che domani mattina compariranno davanti al Gip, Domenico Panza per l'udienza di convalida, dopo una serata trascorsa insieme all'operaio 42enne e una discussione con lui lo avrebbero aggredito, forse davanti all'abitazione, e poi avrebbero tentato di disfarsi del cadavere abbandonandolo nella scarpata.
Dalle prime informazioni sull'autopsia, eseguita oggi, si apprende che, sul corpo del 42enne non è stato riscontrato un trauma cranico, ma una frattura al setto nasale, e che l'operaio potrebbe essere deceduto per una emorragia interna provocata dai colpi ricevuti.
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