Nella mattinata di ieri il sindaco di Joppolo, Carmelo Mazza, ha emesso, in via precauzionale e nelle more delle attività di accertamento e individuazione «della reale causa dell'anomala situazione», ordinanza di divieto temporaneo di balneazione nel tratto di mare antistante la foce del torrente “La Morte”. Una decisione resasi necessaria considerando che, martedì, si era riscontrata un'affluenza di acqua putrida e dall'olezzo inconfondibile che dal torrente, dove l'impianto di depurazione scarica acque depurate, si riversava in mare. Situazione per la quale, su segnalazione dei consiglieri di minoranza, sono giunti sul posto il Noe insieme ai forestali di Spilinga, i carabinieri della locale Stazione e la Guardia Costiera i quali hanno effettuato un sopralluogo nell'impianto di zona “Ventura” acquisendo e prendendo contezza della situazione. A fine giornata gli stessi avrebbero impartito una serie di prescrizioni al Comune, con i Carabinieri che dovranno proseguire i loro costanti controlli. Il divieto, quindi, si protrarrà fino alle opportune attività di monitoraggio delle acque di balneazione. Intanto, nel torrente il flusso nero è inarrestabile. Il tutto sembra essere iniziato il 5 agosto quando, la ditta incaricata del servizio di depurazione e stazioni di sollevamento avrebbe comunicato, senza alcun preavviso, la consegna di impianto e chiavi, lamentando di non essere stata retribuita da giugno 2018. Il Comune, successivamente, faceva sapere di avere versato ulteriori 17mila euro, fermo restando che una parte di arretrato continuava a restare. «Nessuno ci ha mai consegnato le chiavi - afferma l'assessore Giovanni Preiti - anche perché per fare ciò sono necessari alcuni adempimenti che non sono mai stati messi in atto». Per questo, nella giornata di ieri, il Comune avrebbe presentato, dopo numerosi solleciti, senza successo, alla ditta affinché riprendesse l'attività, una denuncia per interruzione di pubblico servizio facendo, in contemporanea, una richiesta formale all'Arpacal per attività di monitoraggio delle acque e loro campionamento. «Si dovrà verificare adesso - evidenzia Preiti - se eventuali criticità sono imputabili ad inadempienze precedenti perché queste situazioni non si verificano nel giro di pochi giorni». Di altro avviso i consiglieri di opposizione. «Il divieto - afferma Giuseppe Dato - non fa altro che confermare quello che dicevamo. Siamo stati minacciati di azioni legali, accusati di terrorismo mediatico, danno all'immagine. Questa di oggi è la realtà che stavano nascondendo, qualcosa che sta provocando un danno ambientale enorme sia a Joppolo che, a causa delle correnti, alla vicina Nicotera». Dato approva il divieto, ma al contempo valuta insufficiente l'inibizione della balneazione ad un piccolo tratto di arenile «anche perché - dichiara - noi non abbiamo contezza, visto che ancora non sono state effettuate analisi di campionatura, della massa fecale in movimento nonostante l'alta diluizione presente in mare».