La sanità ha tanti volti. Alcuni visibili, che fanno rumore, altri ai più sconosciuti. Tante sfumature di un mondo parallelo. E chi opera nella sanità lo sa. Lo sanno i medici, gli infermieri, gli ausiliari. Lo sanno soprattutto quelli che operano allo Jazzolino di Vibo. Un ospedale aperto, su carta. Dove i reparti negli anni hanno chiuso.
Così, come scrive la Gazzetta del Sud in edicola, restano i dati su cui in questi giorni tanto si è discusso e dove le denunce dei sindacati di categoria e degli operatori hanno “cristallizzato” una situazione di emergenze. Perché c'è il reparto di Otorino che non c'è più, Oculistica a “mezzo” servizio o psichiatria con cinque posti disponibili. C'è Ortopedia che funziona ad “appuntamento”, grazie ad una convenzione che porta in reparto medici di altre Asp - per evitare che il reparto chiudesse definitivamente - e che non ha un computer che supporti le immagini dei referti di radiologia, oltre ad avere tre stanze chiuse perché inagibili.
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