Avrebbe prestato denaro con interessi del 121,66%: un 48enne, Carmelo Furci, è stato arrestato per usura ed estorsione dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme che hanno anche sequestrato beni per 65 mila euro nell’ambito di una inchiesta della Procura lametina. L'indagato è anche imputato in un’altra inchiesta per associazione mafiosa perché ritenuto affiliato al clan «Greco». Il provvedimento, emesso dall’ufficio Gip del tribunale di Lamezia, su richiesta della procura della Repubblica. In particolare, le indagini sono scaturite da attività info-investigative avviate d’iniziativa dalle fiamme gialle ad agosto con le quali sono stati acquisiti una serie di indizi sull’elargizione di prestiti usurari a due commercianti lametini che versavano in gravi difficoltà finanziarie. Informato l’ufficio di procura, sono state avviate una serie di indagini, grazie alle quali i finanzieri lametini sono riusciti a ricostruire i rapporti finanziari di natura illecita intercorrenti tra usuraio e vittime, riscontrando che il primo ha erogato due distinti prestiti pretendendo interessi quantificati al 121,66%: nel dettaglio, le persone offese hanno ricevuto un primo prestito di 10.000 euro nel luglio del 2018, a fronte del quale l’indagato ha preteso il pagamento di 1.000 euro mensili quali rate di interessi fino al momento in cui i debitori non sarebbero stati in grado di restituire la somma capitale per intero. Altro prestito, con le medesime modalità, è stato, poi, erogato nel dicembre del 2008 per un ammontare di 90.000 euro: in questo caso l’indagato ha preteso il pagamento di interessi mensili per 9.000 euro con termine stabilito al momento in cui i debitori non sarebbero stati in grado di restituire la somma capitale in un’unica soluzione. Tali condizioni hanno portato i due commercianti ad una situazione finanziaria di “non ritorno”, poiché non hanno potuto far fronte a tale esosa pretesa, riuscendo a corrispondere al loro “finanziatore” solo una minima parte di interessi quantificati in 32.000 euro. L’indagato, pertanto, in un crescendo di minacce, aveva ormai convinto le sue vittime ad effettuare la cessione delle loro attività commerciali al fine di incamerare l’illecito profitto, evento scongiurato grazie all’esecuzione dei provvedimenti giudiziari. Allo stato, pertanto, il presunto usuraio deve rispondere delle contestazioni dei delitti di usura aggravata, in quanto commessa a danno di persone esercenti attività di impresa in grave stato di disseto finanziario, estorsione ed esercizio abusivo del credito. Contestualmente, le fiamme gialle, quale polizia economico-finanziaria, a completamento degli aspetti di polizia giudiziaria, hanno concentrato l’attenzione anche verso il patrimonio risultato nella disponibilità del medesimo, sottoponendo a sequestro, su disposizione dell’autorità giudiziaria, un suv e un’utilitaria nella sua disponibilità, nonché la somma di 32.000 euro, pari agli interessi corrisposti dalle vittime dal mese di gennaio al mese di agosto del 2009. Le indagini, nonostante la complessità e la delicatezza della vicenda e la ritrosia delle vittime nel riferire i fatti di cui erano a conoscenza, sono state portate a termine in circa sessanta giorni.